FERRETTI Torricelli Angelo

FERRETTI Torricelli Angelo

(Brescia, sui Ronchi, 5 gennaio 1891 - Brescia, 8 gennaio 1980). Di Prospero (v.) e di Angelica Chierichini umbra. Mortogli il padre nel 1893, venne accolto in casa dal prof. Cesare Torricelli, di cui assunse poi, nel 1915, il cognome, Compiuti gli studi presso l'Istituto tecnico di Brescia, nel quale fu allievo di Cesare Abba, passò poi all'Università di Pavia, fruendo del Collegio Borromeo, e dove si laureò in fisica nel giugno 1916. Dal 1915 al 1918 alternò al servizio militare (in Torino), servizi volontari in Brescia specie come segretario nel Comitato di preparazione civile e nell'Ufficio Notizie e pubblicò un prontuario dal titolo:"Norme per lo stato di guerra". Terminata la guerra si dedicava all'insegnamento e nel settembre 1920 sposava l'emiliana Edea Balletti. Dopo aver fatto nel 1920 supplenza in fisica in tre licei di Venezia, nel 1921 vinceva il concorso per il liceo pareggiato di Celana (Bergamo). Per concorsi a sedi universitarie passò nel 1923 - 1924 al liceo di Padova nel nuovo ruolo di matematica e fisica. Ma nell'ottobre 1925 preferì tornare a Brescia dove insegnò nel liceo scientifico fino alla pensione raggiunta nel sett. 1951. Ricoprì in seguito incarichi in istituti privati. Entrato nel 1908 nella società "Ragazzoni", diede ad essa nuovo impulso. Socio dell'Ateneo nel 1923, vicesegretario nel 1928, potenziò l'edizione dei "Commentari" e vi curò la bibliografia. Appassionatosi all'Astronomia, per ispirazione del prof. Ugolino Ugolini, fin dal 1926 incominciò a riunire nella prima sede del Liceo Scientifico gli alunni per osservazioni con cannocchiale. Più tardi riuscì ad ottenere dall'Amministrazione Provinciale un'ampia terrazza per le osservazioni e infine con l'appoggio del sindaco e l'intervento dell'ing. Mario Manzoni, a realizzare in castello l'osservatorio che venne chiamato la "Specola Cidnea" e che fu il primo esempio in Italia di osservatorio popolare, aprendosi anche nel 1954 e 1962 a sede di convegni di astrofili. Dell'osservatorio curò per anni, l'Annuario. Per la Specola e in aiuto agli studiosi fino agli ultimi giorni di vita raccolse monografie, formandone volumi specializzati e approntando un ricco schedario di storia dell'Astronomia con un criterio di ripartizione per epoche e per argomenti. Parallelamente alle iniziative di indirizzo naturalistico nel 1953, sotto l'egida dell'Ateneo, promosse quella dei dilettanti di scienze esatte, col nome di "Astrofisma" uscita dai "Venerdì in casa Ferretti" che si erano protratti dall'immediato dopoguerra fino al 1953 e assieme diede vita alla pubblicazione annuale "Guardare il firmamento dalla Specola Cidnea" diventata poi nel 1965 "Annuario della Specola Cidnea" da lui quasi completamente compilati. Rappresentante per Brescia con Ottavio Trainini e Francesco Massardi, nel comitato per la Mostra della storia delle scienze tenutasi a Firenze, fu poi vicino al primo nella ricostruzione degli strumenti voltiani distrutti dall'incendio e, al secondo, nell'edizione delle Opere voltiane, tanto che il Massardi lo volle come collaboratore e continuatore della poderosa opera, conclusasi nel 1975 con l'indice (dovuto al Ferretti), che si può dire una enciclopedia voltiana o meglio ancora una enciclopedia delle scienze nell'epoca illuministica e napoleonica. In tale opera infatti riuscì a mettere a frutto in modo originalissimo e con un lavoro tutto a servizio degli studiosi le sue capacità e conoscenze, la sua passione di scienziato e insieme di storico. Con amorevole cura aveva allestito un giardino di flora prealpina in Castello. L'Ateneo di Brescia gli conferì la medaglia d'oro di benemerenza, mentre nel 1978 ebbe il Premio della Brescianità con la motivazione: "maestro di vita/ illustre cultore di scienza / scrittore / compilatore degli indici/ delle opere di Alessandro Volta". Collaborò fin dal 1915 alla rivista "Brixia", firmando con l'anagramma Anfertor le effemeridi bresciane; articoli divulgativi pubblicò in "Scuola Italiana Moderna" e in "Scuola e lavoro". Collaborò inoltre al "Giornale di Brescia". Pubblicò in collaborazione con mons. Angelo Zammarchi e in varie edizioni tre volumi di "Fisica sperimentale" (Brescia, "La Scuola ed." ultima ed. nel 1942). Dedicò circa mezzo secolo ad un grosso romanzo "I buoni marcheschi" pubblicato nel 1963, ad iniziativa dell'Ateneo di Brescia, e stampati dai Fratelli Geroldi di Brescia nel 1963 e da lui rivisto fino agli ultimi giorni. Nel 1939 curò e presentò un originalissimo atlante "Il cielo stellato" con un nuovo metodo di pseudo proiezione sferografica, poi ripetuto in calendari editi dalla "Scuola editrice". Pubblicò inoltre "Guardare il cielo come si mostra" (Milano, Hoepli, 1951); "Dall'immobile terra alla rotante" (Brescia, La Scuola s.d.). Nella "Storia di Brescia" vol. III p. 991-1022, pubblicò: "Scienziato bresciani". Nei "Commentari dell'Ateneo pubblicò le commemorazioni di Antonio Soncino (1928 p. 316-317), Carlo Bonalda (1934, p. 417-418), Alessandro Monti (1934, p. 419421), Domenico Brentana (1936, p. 105-114), G.B. Cacciamali (1934, p. 380-383), Rampinelli Francesco (1937, p. 135-136), Luigi Guccini (1939-1941, p. 63-68), Agilulfo Preda (1939-1941, p. 69-72), Arturo Cozzaglio (1950, p. 201-203), Angelo Bettoni (1952, p. 146-148). E inoltre le seguenti comunicazioni: "Relazione della solenne adunanza e cinquantenarie commemorazioni del naturalista sacerdote Giovanni Bruni da Collio" (1930. p. 5-53); "Padre Francesco Lana nel terzo centenario dalla nascita (Dalla commemorazione letta il 27.V.1931)" (1931, p. 331-390); "Biblioteca accademica. Richiami per materie" (1931, p. 554; 1932, p. 449450); "Iscrizioni datarie su antiche costruzioni a Bovegno (1933, p. 151-166); "Biblioteca accademica. Richiami per argomenti" (1933, p. 305-306; 1934, p. 478479; 1935, p. 585-589; 1963 B, p. 169-173); "Biblioteca accademica. Richiami per soggetti" (1937 B, p. 187192; 1938 B, p. 137-144: 1939-41 B. p. 113-119); "La rappresentazione del cielo stellato" (1946-47, p. 191); "Divagazione botanica. Le «florule» campionarie. - Flora dei colli di Brescia. Flora del lago d'Idro o Eridio" (1955, p. 285-287). Ha lasciato, inoltre, inedito, un prezioso catalogo degli strumenti scientifici conservati nei musei cittadini.