CORNA PELLEGRINI SPANDRE Giacomo Maria

CORNA PELLEGRINI SPANDRE Giacomo Maria

(Pisogne, 13 settembre 1827 - Brescia, 21 maggio 1913). Diplomatosi in magistero a Pavia e ordinato sacerdote il 23 marzo 1850, alternò i primi anni di ministero sacerdotale fra la cura d'anime a Fraine e l'insegnamento nel collegio Mercanti a Pisogne. Laureatosi nel 1857 in teologia e nel 1858 in diritto canonico all'Università Gregoriana di Roma, fu nel 1858-1859 professore in seminario, nel 1859-1870 prevosto di S.Alessandro in città, dal 1866 al 1875 vicario generale della diocesi, prevosto della cattedrale (1870), vescovo coadiutore il 7 marzo 1875 e consacrato vescovo il 25 aprile 1875 successe a mons. Verzeri nel governo della diocesi il 21 dicembre 1883. Preoccupazione immediata del nuovo vescovo fu la visita pastorale, che portò a termine in pochi mesi, visitando tutte le 386 parrocchie che allora costituivano la diocesi. Turbato dalla crescente ondata anticlericale che anche a Brescia andava diffondendosi, organizzò le celebrazioni della Madonna delle Grazie quale risposta concreta della vitalità religiosa dei cattolici bresciani. Annunciate da una circolare del vescovo del 4 maggio 1884, si svolsero con una solennità veramente straordinaria a perentoria contrapposizione alla sagra anticlericale che due anni prima aveva fatto da contorno all'inaugurazione del monumento ad Arnaldo da Brescia. Si preoccupò poi di apportare nuovi miglioramenti al governo della diocesi e all'uopo, aiutato specialmente da monsignor Marcoli e monsignor Gaggia, riunì nel 1889 il sinodo diocesano che non veniva convocato da due secoli e che vide la partecipazione di circa 600 sacerdoti, pubblicandone poi gli atti, costituenti un sapiente manuale di dottrina pastorale. Per un aiuto concreto al clero, incrementò la Società di s.Carlo Borromeo ideata da monsignor Capretti, fondò la casa del clero ed eresse sull'esempio di una consimile istituzione milanese risalente ai tempi di s.Carlo stesso, la Congregazione degli oblati, per aver a disposizione sacerdoti particolarmente esperti nella predicazione e liberi da impegni parrocchiali. Pari attenzione dedicò al seminario, visitandolo settimanalmente, curandone la disciplina ed il regime di studi per i quali impegnò ottimi professori. Ampliò e rese più accoglienti i locali del seminario di Santangelo costruendo nuovi dormitori, le aule scolastiche e la cappella cui diede gli ultimi ritocchi il successore monsignor Gaggia, dotando in più il seminario stesso di un ricco gabinetto di fisica e della specola meteorologica. L'omaggio a Gesù Cristo Redentore in occasione dell'inizio del nuovo secolo particolarmente raccomandato da Leone XIII ebbe la dovuta risonanza nella diocesi di Brescia. Monsignor Corna Pellegrini indirizzò al clero e al popolo, in data 2 febbraio 1900, una pastorale nella quale, dopo aver raccomandato la devozione all'Eucarestia ed al s.Cuore di Gesù istituiva la Pia lega contro la bestemmia. La realizzazione più significativa e poderosa fu l'erezione del monumento a Cristo Re sul Guglielmo, inaugurato alla presenza di migliaia di fedeli, con discorso di padre Semeria. Numerose furono anche le pastorali di monsignor Corna, da quella inviata alla diocesi dopo la sua elezione (1883) all'altra riguardante la visita "ad limina" del febbraio 1884 a tutte le altre che seguirono. Ricorderemo le pastorali del 31 dicembre 1885, sul culto ai santi, dell'11 giugno 1889, 1 ottobre 1899, 2 febbraio 1900, circa la devozione al s.Cuore di Gesù, la bestemmia, le devozioni al ss.Sacramento, le quarant'ore. Di carattere morale fu invece un altro gruppo di pastorali di particolare rilievo vertenti soprattutto sull'istruzione religiosa. Passato da posizioni tendenzialmente liberali a quelle intransigenti, tenne tuttavia un atteggiamento equilibrato di fronte alle polemiche e alle correnti del movimento cattolico. Sostenne l'attività dei cattolici bresciani in campo scolastico ed economico-sociale e politico. Oltre che contrastare l'azione di laicizzazione delle amministrazioni comunali specie nelle questioni del collegio Perora, dell'insegnamento religioso nelle scuole, sostenne la scuola privata e specialmente l'Istituto scolastico Ven.Luzzago e l'istituto Cesare Arici. Sostenne le società operaie cattoliche intervenendo spesse volte per dirimere questioni, ed ogni altra attività economico-sociale, come il segretariato del popolo, le cucine economiche, il dormitorio per i poveri ecc. Approvò la nascita delle Unioni cattoliche del lavoro e lavori l'assistenza agli emigrati. Nei momenti di contrasto fra le correnti intransigenti e transigenti tenne una posizione equilibrata cercando di mediare. Si prestò inoltre ad avallare, oltre che una sempre più intensa presenza dei cattolici nelle amministrazioni pubbliche, anche le prime candidature politiche di cattolici. Ampia fiducia diede ai laici impegnati nell'azione sociale e politica. Sostenne strenuamente la stampa cattolica ed ogni strumento di presenza cattolica nella società. Particolarmente ampio il sostegno che diede al movimento giovanile tramite la Federazione Giovanile Leone XIII, associazioni studentesche, oratori, movimento catechistico ecc. Fermo con il modernismo e con il murrismo, non si lasciò trascinare da isterismi e da sospetti che pure circondavano il movimento cattolico. Ebbe come stemma: "D'argento al pellegrino vestito di nero tenente nella destra un bordone e nella sinistra una cornucopia d'oro e procedente su di una strada di montagna .