BARBARANO di Salò: differenze tra le versioni
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− | Contrada o frazione di Salò, a E del centro cittadino lungo la strada gardesana occidentale. Il nome dovrebbe derivare da un proprietario romano di un fondo ed ha finito con il designare anche il torrente che scorre vicino e la valle costituita dalla profonda forra del torrente. L'esistenza nell'epoca romana è confermata da ritrovamenti archeologici fra cui una testa oggi inserita nella muraglia del convento. Si dice che il piccolo centro abbia prosperato all'epoca di re Desiderio che sembra aver avuto una particolare predilezione per il lago di Garda. Nel 1298 vi riscuoteva livelli il vescovo di Brescia. Notevolissimo il palazzo costruito nel 1577 secondo alcuni dal marchese Sforza Pallavicino marchese di Cortemaggiore e generale imperiale e secondo altri da un Medici, ad opera di un architetto sconosciuto ma certamente legato all'ambiente emiliano. Dal 1640 al 1651 veniva in proprietà del conte Camillo Martinengo Cesaresco intorno al nome del quale vennero intrecciate paurose e fantastiche leggende, per cui il popolo lo designa ancora oggi come "el palass del cont Camil". Fu costruito sullo stile dei castelli di quei tempi, circondato da grandi giardini e sebbene sembri all'apparenza una bassa e massiccia villa padronale costituisce con le ampie sale, la galleria, l'ingresso ecc., una dimora principesca. Una parte di esso che si protendeva fin verso il convento dei Cappuccini fu distrutta nel 1600 circa da un incendio. Lavori di trasformazione vennero compiuti in seguito, anche nel 1879, per l'allargamento della strada. Piccoli danni aveva subito durante il passaggio di Garibaldi nel 1866 avendovi il generale fatto collocare una batteria. Altra volta fu saccheggiato da una banda di malfattori. Nel palazzo avrebbero conclusa la tribolata ed appassionata vicenda d'amore Girolamo Orsini e Vittoria Accoramboni. Più tardi ospitò dal 1651 al 1691, più volte, Cosimo de Medici, il futuro Cosimo III, e più tardi ancora nel 1749 Lady Mary | + | Contrada o frazione di Salò, a E del centro cittadino lungo la strada gardesana occidentale. Il nome dovrebbe derivare da un proprietario romano di un fondo ed ha finito con il designare anche il torrente che scorre vicino e la valle costituita dalla profonda forra del torrente. L'esistenza nell'epoca romana è confermata da ritrovamenti archeologici fra cui una testa oggi inserita nella muraglia del convento. Si dice che il piccolo centro abbia prosperato all'epoca di re Desiderio che sembra aver avuto una particolare predilezione per il lago di Garda. Nel 1298 vi riscuoteva livelli il vescovo di Brescia. Notevolissimo il palazzo costruito nel 1577 secondo alcuni dal marchese Sforza Pallavicino marchese di Cortemaggiore e generale imperiale e secondo altri da un Medici, ad opera di un architetto sconosciuto ma certamente legato all'ambiente emiliano. Dal 1640 al 1651 veniva in proprietà del conte Camillo Martinengo Cesaresco intorno al nome del quale vennero intrecciate paurose e fantastiche leggende, per cui il popolo lo designa ancora oggi come "el palass del cont Camil". Fu costruito sullo stile dei castelli di quei tempi, circondato da grandi giardini e sebbene sembri all'apparenza una bassa e massiccia villa padronale costituisce con le ampie sale, la galleria, l'ingresso ecc., una dimora principesca. Una parte di esso che si protendeva fin verso il convento dei Cappuccini fu distrutta nel 1600 circa da un incendio. Lavori di trasformazione vennero compiuti in seguito, anche nel 1879, per l'allargamento della strada. Piccoli danni aveva subito durante il passaggio di Garibaldi nel 1866 avendovi il generale fatto collocare una batteria. Altra volta fu saccheggiato da una banda di malfattori. Nel palazzo avrebbero conclusa la tribolata ed appassionata vicenda d'amore Girolamo Orsini e Vittoria Accoramboni. Più tardi ospitò dal 1651 al 1691, più volte, Cosimo de' Medici, il futuro Cosimo III, e più tardi ancora nel 1749 Lady Mary Worthley Montagu, scrittrice inglese che nel suo noto epistolario descrive Barbarano come un paradiso. Il 31 luglio 1796 i francesi al comando del gen. Sauret, inviato da Napoleone, riusciva a liberare una guarnigione con a capo il gen. Guyeus accerchiata nel palazzo dagli austriaci con a capo Quasdanowich. Il 15 agosto 1796 vi si fermava Napoleone di ritorno da una perlustrazione in Valsabbia. Nel periodo del Risorgimento fu del patriota e cospiratore Giuseppe Martinengo che ospitò l'inglese sir James Hudson ambasciatore presso il re Vittorio Emanuele II, amico di Cavour e sostenitore dell'unità d'Italia che regalò al Martinengo la sua ricca biblioteca. Anni dopo fu abitato dalla scrittrice inglese Evelina Carrington, sposa al conte Eugenio Martinengo che poi lo lasciò ai nipoti conti Terzi Lana ai quali appartiene ancor oggi. Il convento fu edificato verso la fine del Cinquecento. Il terreno fu donato dal marchese Sforza Pallavicino che poi fu il principale benefattore del convento, assieme al Comune di Salò, al conte Paride Lodrone. La chiesa venne costruita dal 1525 al 1585 su altra precedente e dedicata a S. Giovanni Battista. Condusse la costruzione del Convento e della Chiesa P. Mattia Bellintani. Chiuso nel 1797 fu riaperto pochi decenni più tardi e di nuovo chiuso nel giugno 1868. La chiesa ha un bel portale destinato dapprima al duomo di Salò, del 1456, opera di Jacopo Filippi di Brescia. Vi si trovano altre notevoli opere d'arte fra cui: la pala dell'altare maggiore raffigurante "il Crocifisso con la Madonna, S.Giacomo Evangelista e Maria Maddalena" di Francesco Paglia, tele raffiguranti il "Martirio di S.Stefano, S.Carlo fra gli appestati "e il "Martirio di S.Giustina" del Bertanza, "Immacolata" (artisticamente modesta) del cappuccino milanese fra Lorenzo Crespi. L'affresco del coro è di Sante Cattaneo. Nel 1892 a Barbarano veniva costruita una centrale elettrica che servì, per la prima volta, all'illuminazione pubblica tra Maderno e Salò. Illustri personaggi di Barbarano furono p. Mattia Bellintani e Paolo Bellintani. |
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Versione attuale delle 07:29, 26 ott 2024
BARBARANO di Salò
Contrada o frazione di Salò, a E del centro cittadino lungo la strada gardesana occidentale. Il nome dovrebbe derivare da un proprietario romano di un fondo ed ha finito con il designare anche il torrente che scorre vicino e la valle costituita dalla profonda forra del torrente. L'esistenza nell'epoca romana è confermata da ritrovamenti archeologici fra cui una testa oggi inserita nella muraglia del convento. Si dice che il piccolo centro abbia prosperato all'epoca di re Desiderio che sembra aver avuto una particolare predilezione per il lago di Garda. Nel 1298 vi riscuoteva livelli il vescovo di Brescia. Notevolissimo il palazzo costruito nel 1577 secondo alcuni dal marchese Sforza Pallavicino marchese di Cortemaggiore e generale imperiale e secondo altri da un Medici, ad opera di un architetto sconosciuto ma certamente legato all'ambiente emiliano. Dal 1640 al 1651 veniva in proprietà del conte Camillo Martinengo Cesaresco intorno al nome del quale vennero intrecciate paurose e fantastiche leggende, per cui il popolo lo designa ancora oggi come "el palass del cont Camil". Fu costruito sullo stile dei castelli di quei tempi, circondato da grandi giardini e sebbene sembri all'apparenza una bassa e massiccia villa padronale costituisce con le ampie sale, la galleria, l'ingresso ecc., una dimora principesca. Una parte di esso che si protendeva fin verso il convento dei Cappuccini fu distrutta nel 1600 circa da un incendio. Lavori di trasformazione vennero compiuti in seguito, anche nel 1879, per l'allargamento della strada. Piccoli danni aveva subito durante il passaggio di Garibaldi nel 1866 avendovi il generale fatto collocare una batteria. Altra volta fu saccheggiato da una banda di malfattori. Nel palazzo avrebbero conclusa la tribolata ed appassionata vicenda d'amore Girolamo Orsini e Vittoria Accoramboni. Più tardi ospitò dal 1651 al 1691, più volte, Cosimo de' Medici, il futuro Cosimo III, e più tardi ancora nel 1749 Lady Mary Worthley Montagu, scrittrice inglese che nel suo noto epistolario descrive Barbarano come un paradiso. Il 31 luglio 1796 i francesi al comando del gen. Sauret, inviato da Napoleone, riusciva a liberare una guarnigione con a capo il gen. Guyeus accerchiata nel palazzo dagli austriaci con a capo Quasdanowich. Il 15 agosto 1796 vi si fermava Napoleone di ritorno da una perlustrazione in Valsabbia. Nel periodo del Risorgimento fu del patriota e cospiratore Giuseppe Martinengo che ospitò l'inglese sir James Hudson ambasciatore presso il re Vittorio Emanuele II, amico di Cavour e sostenitore dell'unità d'Italia che regalò al Martinengo la sua ricca biblioteca. Anni dopo fu abitato dalla scrittrice inglese Evelina Carrington, sposa al conte Eugenio Martinengo che poi lo lasciò ai nipoti conti Terzi Lana ai quali appartiene ancor oggi. Il convento fu edificato verso la fine del Cinquecento. Il terreno fu donato dal marchese Sforza Pallavicino che poi fu il principale benefattore del convento, assieme al Comune di Salò, al conte Paride Lodrone. La chiesa venne costruita dal 1525 al 1585 su altra precedente e dedicata a S. Giovanni Battista. Condusse la costruzione del Convento e della Chiesa P. Mattia Bellintani. Chiuso nel 1797 fu riaperto pochi decenni più tardi e di nuovo chiuso nel giugno 1868. La chiesa ha un bel portale destinato dapprima al duomo di Salò, del 1456, opera di Jacopo Filippi di Brescia. Vi si trovano altre notevoli opere d'arte fra cui: la pala dell'altare maggiore raffigurante "il Crocifisso con la Madonna, S.Giacomo Evangelista e Maria Maddalena" di Francesco Paglia, tele raffiguranti il "Martirio di S.Stefano, S.Carlo fra gli appestati "e il "Martirio di S.Giustina" del Bertanza, "Immacolata" (artisticamente modesta) del cappuccino milanese fra Lorenzo Crespi. L'affresco del coro è di Sante Cattaneo. Nel 1892 a Barbarano veniva costruita una centrale elettrica che servì, per la prima volta, all'illuminazione pubblica tra Maderno e Salò. Illustri personaggi di Barbarano furono p. Mattia Bellintani e Paolo Bellintani.