ACQUEDOTTO

ACQUEDOTTO

Il primo acquedotto fu costruito sul territorio bresciano sotto Augusto ed inaugurato sotto Tiberio nei primi decenni del I secolo d.C. Attingeva acque dal fianco delle montagne di Lumezzane e fra mille sinuosità, in terreno roccioso, sulla sinistra del Mella, giungeva fino in città, attraverso la "porticula s.Eusebii", dove ne esistono ancora resti ragguardevoli, che la popolazione chiamava "Condotto del diavolo". Tale acquedotto è ancora ricordato nel 964. Caduto in disuso e in parte distrutto, la città ricorse alle acque sorgive di Mompiano, che in certe circostanze venivano mescolate alle acque del Celato, onde alimentare ancor più i molti mulini. Un nuovo impianto fu costruito, sembra, ai tempi di Re Desiderio, il quale aveva nel novembre 767 donato alla figlia Anselberga, badessa in s.Giulia, un mulino situato su una piazzola settentrionale, vicino all'attuale Porta Bruciata, nelle vicinanze della chiesa di s.Giuseppe, donando ad un tempo le acque di Mompiano, che però erano usate da pochi. Il comune di Brescia, negli "Statuta clausorum Brixiae", approvati nel 1293, regolava finalmente tale uso per utilità pubblica. Nel 1538 veniva costruito un acquedotto fuori delle mura, fino a porta Bruciata. - Più tardi, alle acque di Mompiano vennero aggiunte quelle di s.Eufemia, grazie alla costruzione di un nuovo acquedotto. Un nuovo impianto in tubi di ghisa veniva progettato nel 1892 e inaugurato l' 8 giugno 1902. Le tubazioni erano lunghe 29.327 metri. Nel 1908 il comune di Brescia acquistava le fonti di Villa Cogozzo, e nel 1909 si studiava una nuova conduttura maestra, mentre la rete nel 1911 veniva allargata anche alle frazioni e si presentavano i problemi dei filtri. Più tardi, negli anni venti, risultando inadeguate le acque delle Fonti citate, furono scavati due pozzi artesiani in località Forca di cane e, nel 1949, un terzo in via Patrioti.