LANCELLOTTI Giovanni Evangelista

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LANCELLOTTI Giovanni Evangelista

Sec. XV-XVI. Di Carpenedolo m. il 2 dicembre 1538. Letterato ed umanista e "Artium doctor" cioè maestro di retorica. E ricordato per la prima volta come tale in un testamento del 23 marzo 1507. Sono inoltre documentate altre nomine, come maestro a Carpenedolo il 10 gennaio 1518 e confermato il 27 marzo dell'anno successivo. Prese parte alla guerra di Ferrara (1482-1484) di cui poi scrisse e alla riuscita della quale diede buoni apporti, insegnando ad Antonio Vittore, provveditore della Repubblica Veneta, il modo di ingannare i nemici per far pervenire denaro a Pier Maria Rossi di Parma alleato di Venezia contro Lodovico il Moro.


Lasciò tre opere inedite e raccolte in un codice della Biblioteca Queriniana: "De Bello Ferrariensi" in tre libri, un "De Bello Germanico" in due libri ed un "De Bello Gallico" in un solo libro. Nel primo descrive la guerra scoppiata nel 1482 tra Ercole, signore di Ferrara, e la Repubblica di Venezia e che coinvolse poi Alfonso d'Aragona, re di Napoli, il Comune di Firenze, il Bentivoglio di Bologna, il Gonzaga di Mantova, Ludovico il Moro di Milano ed altri ancora. Si tratta, come ha scritto Fausto Boselli, di una "narrazione... [...] precisa, ampia, particolareggiata" e poggiata su fatti realmente accaduti. Nel "De Bello Germanico" narra la breve guerra sostenuta da Venezia, nel 1487, contro il duca austriaco Sigismondo che mirava a togliere alla Serenissima Riva, Torbole e Rovereto; guerra terminata attraverso l'opera pacificatrice del Papa. Nel "De Bello Gallico" il Lancellotti si prefisse di trattare la discesa in Italia di Carlo VIII ma arrestò il lavoro alla cacciata di Pietro de' Medici da Firenze.


L'attività di scrittore del Lancellotti gli meritò la laurea politica da parte dell'imperatore Carlo V. Dopo la morte il Lancellotti venne ricordato con una iscrizione fatta preparare dal suo congiunto Baldassare nel 1586, forse il medesimo che fu sindaco di Carpenedolo nel 1610. Essa suona: «MISER HEU! MISER EGO QUOD INSPEXI! CONSANGUINEI / CINERES ET OSSA ILLIUS EVANGELISTAE LANCILOTI / QUI CUM SUMMA LAUDE ET PATRIAE ET IPSIUSMET / LAUREAM A QUINTO CAROLO IMPERATORE / CONSECUTUS ET POETAE POETARUM TITULO INICIATUS FUIT / OBIIT ANNO MDXXXVIIII, DIE II, MENSIS DECEMBRIS / ILLIUS HAEC OSSA NOS CINERES BALDESAR EGO MAGNA CURA HIC COLLEGI, ATQUE HIC DEPOSUI DIE VIII. MENSIS XCEMBRIS M.D.LXXXVI. SANES (stilo) DOPTER B(ALDESAR) L(ANCILOTUS)». Tradotta suona: «Ahi misero! Misero perchè vidi Evangelista Lancellotti / congiunto mio in ossa e cenere, / il quale con somma lode della Patria e sua / ottenne laurea da Carlo Quinto Imperatore / con il titolo di Poeta dei Poeti. / Morì l'anno 1539 dicembre 2. / Queste di lui ossa e cenere io Baldassare / con grande cura raccolsi e qui collocai / il giorno 8 dicembre 1586. / Salve, amico nostro Evangelista, salve! / Dolenti a te auguriamo pace e riposo. / B(aldassare) L(ancellotti)».