FORTUNATO da Brescia: differenze tra le versioni

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FORTUNATO da Brescia

(Brescia, 1 dicembre 1701 - Madrid, 11 maggio 1754). Di Giovanni e di Angela Moioni. Al secolo Girolamo Ferrari. Apprese i primi rudimenti di matematica e di grammatica dal can. Angelo Cappello, che lo predilesse per la sua intelligenza. Il 29 settembre 1718 entrava fra i frati Francescani riformati nel convento della SS. Annunciata di Borno, assumendo il nome di fra Fortunato da Brescia. Si dedicò intensamente agli studi, favorito da viva intelligenza e tenace memoria. Ordinato sacerdote, ricopri nel convento di S. Cristo, nel 1728, la cattedra di filosofia e nel 1731 quella di teologia nelle quali acquistò particolarissimo prestigio.


Nel 1732 venne incaricato, a spese del Comune, dell'insegnamento della matematica e geometria nell'Accademia degli Erranti di Brescia, nel teatro vecchio. Al vecchio insegnamento dedicò tutte le sue forze ed apportò metodi nuovi. Oltre a fama di filosofo e teologo ebbe quella di cultore di geometria, algebra, "filosofia meccanica", ecc. Fu in amicizia con G.M. Mazzuchelli, l'ab. Zamboni, l'ab. Rodella, ecc. Stimato dai card. Passionali e Corsini, fu in corrispondenza col capo del giansenismo romano p. G. Bottari che nel suo trattato "De Gratia Christi" aveva voluto scorgere qualche tesi "gesuitica" mentre egli era avversario del molinismo. Fu in contatto diretto con il card. Querini, che lo predilesse, e al quale dedicò una lettera sulla proposizione 21 del libro VII degli "Elementi" di Euclide e al quale poi dedicò pure le sue "Animadversiones" sullo stesso argomento.


Ebbe vivaci polemiche con il conventuale p. Giuseppe Antonio Ferrari sulla filosofia peripatètica. Altre polemiche ebbe con il benedettino p. Weis su argomenti eucaristici, che gli alienarono le simpatie del card. Querini, che tuttavia riconobbe presto che aveva ragione. Altre polemiche ebbe intorno alle proposizioni gianseniste che suscitarono reazioni delle "Novelle letterarie" di Firenze, con le quali pure polemizzò, come nuove polemiche in proposito dovette sostenere con il noto cappuccino p. Viatore da Coccaglio, che poco mancò lo tacciasse come eretico.


La polemica continuò anche quando egli, nel 1753, venne nominato segretario di p. Molina, Generale dell'Ordine e si trasferì a Madrid. Accolto con molto favore, fu particolarmente favorito e protetto dal marchese dell'Encenada, primo ministro del re e protettore di letterati. Poco dopo, sembra per una epidemia, detta "favardiglios" morì.


Seguendo proprie ricerche, sulla scia del Malpighi e del Swammerdam, utilizzando il microscopio, si inoltrò in quell'indirizzo anatomico che costituì la grande conquista delle scienze biologiche nel sec. XIX, approfondendo la costituzione istologica di vari ordini, per assurgere a conoscerne la funzione, scindendoli nei loro elementi per determinarne l'origine embriologica. In ciò egli fu un precursore. Egli per primo distingue i tessuti dagli organi; stabilisce la nozione di tessuto, ossia (come egli scrive) «di quelle parti organiche che posseggono una determinata struttura rilevabile a microscopio, caratterizzata dagli elementi che la compongono»; descrisse con sufficiente precisione il tessuto organo-cellulare (connettivo) e il tessuto osseo; chiamò sistema di tessuti il complesso morfologico di più tessuti, sistema di organi, il complesso fisiologico di più organi. Nozioni esatte che certo debbono aver richiesto una larga serie di indagini molto difficili, in quanto che allora non esisteva una tecnica microscopica sistematica. Dalle descrizioni molto accurate risulta poi evidente che le ricerche debbono essere state estese a molti animali e in particolare agli insetti. Da ciò il Gemelli evince che p. Fortunato fu il primo morfologo in quanto niente del genere si trova né in Malpighi, né in Morgagni, né in Haller, né in Leuwonhock, ecc. che pur avevano determinato i primi passi nell'anatomia microscopica.


Anche sul problema, molto dibattuto, della generazione egli sostenne la formazione progressiva degli organi e non la preformazione nell'ovulo, prefigurando la dottrina dell'epigenesi. P. Agostino Gemelli nello studiare le dottrine vitaliste della prima metà del Settecento trovava nelle sue opere una tanto grande copia di osservazioni originali e di ricerche sperimentali da farlo ritenere un precursore della moderna morfologia comparata. Criticò la teoria di Newton mostrando l'insufficienza di alcune proposizioni secondarie prevedendo ricerche condotte a distanza di secoli.


P. Gemelli afferma che essendo egli, oltre che filosofo, anche studioso di scienze naturali e fisiche venne indotto ad accettare la dottrina moderna, che appunto in quei tempi si andava formando sulla natura dei suoni, del colore, degli odori, sulla durezza, fragilità, elasticità e sulle altre proprietà fisiche dei corpi. Dall'ammettere questo al respingere la dottrina Scolastica degli accidenti assoluti era breve il passo. Gli avversari, annota il Genecello, allora lo accusarono di «amore di novità» e soprattutto asserirono che egli «demoliva con queste nuove dottrine il dogma della presenza reale di G.C. nella SS. Eucaristia». E Gemelli stesso opina che tali orientamenti lo fecero escludere, nel 1738, dalla cattedra di teologia. P. Fortunato controbattè le accuse con opere e opuscoli. Ma che non gli mancasse l'appoggio dei superiori lo conferma il fatto che venne nominato segretario del Generale. Fu tra gli autori citati con lode da S. Alfonso de Liguori e da p. Giovanni Perrone.


Pubblicò: "Geometriae Elementa ad Philosophiam comparandam" (Brescia Rizzardi 1734 in 8, l'opera uscì poi accresciuta coi titolo "Elementa Matheseos"); "Philosophia Sensuum Mechanica ad usum accademicos accomodata etc." (per lo stesso 1735 e 36 Tom. 2 in 4). Uscì di nuovo aumentata in 4 tomi in 4 nel 1745-46 per lo stesso Rizzardi, e ancora altra volta nel 1751 e 52 e poi in Venezia Remondini l'anno 1756 in 4 Torni in 4; "Ad Eminentiss. et Reverendiss. Angelum Mariam Card. Quirinum Epistola etc. in qua normullae in propositionem 21 Lib. VII Elementorum Euclidis Animadversiones exspenduntur" (Brescia, Rizzardi 1737 in 8); "Elementa Matematica in quattuor Tomos digesta" (Ivi per lo stesso, 1737 e 1738 Tom. 4 in 4, poi Londra, 1745 Torni 4 in 4, e di nuovo Brescia Rizzardi 1756 Torni 4 in 4); "Animadversiones in Propositionem 21 Lib. VII Elementorum Euclidis com nova ejusdem Propositionis demostratione, Accedit pro Coronide demonstrationum Algebraicarum Specimen ex Euclidis Elementorum exemplari ad id operis artificiose compacto depromptum" (1738 in 4); "Elementa Matheseus ad mechanicam Philosophiam in privatis Scolis tradendum, et comparandam accomodata etc." (Ib 1610 Tom. 4 in 8 e di nuovo 1630 in 4 Tom. in 8); "De qualitatibus, corporum sensibilus Dissertatio Physico-Teologica etc" (1740 in 4, ed ancora nel 1749 in 4 e di nuovo nel 1756 corretta, accresciuta e "difesa" in 4); "Philosophia mentis methodice tractata atque ad usus Acèademicos accomodata etc" (Ib 1741 e 1742 Tom. 2 in 4 e di nuovo nel 1749 in 4. Fu poi stampata a Venezia, Francesco Sansoni 1769 Tom. 2 in 4, come pure in bella edizione a Parigi circa quel tempo); "Animadversiones criticae in Epistolam apologeticam R. P. Udalrici Weis Benedettini Ursinensis contra P. Fortunati a Brixia calumnias, alivsque, etc. inserviptam atque Ursini datam prid. Kal. Febr. 1750, (Ib. 1751 in 4, e di nuovo nel 1758 pure in 4); "Cornetii Jansenii Yprensis Episcopi Systema de medicinali gratia Christi Redemptoris methodice expositam et theologice confutatum etc." (Ib 1751 in 8. Fu poi ristampato a Madrid, accresciuto e corretto, nella Tipog. della Ven. Madre Maria di Gesù d'Agreda nel 1755 in 8. e di nuovo in Brescia dal Rizzardi 1757 in 4); "Osservazioni critiche sopra certo articolo delle Novelle Letterarie di Firenze al num. 27 e 28 di quest'anno 1752." (Rovereto, Marchesani 1752 in 8. Di nuovo con l'aggiunta di una lettera dello stesso autore intorno alle medesime Osservazioni (Brescia Rizzardi 1758 in 8); "Risposta all'Autore di certo Articolo stampato né fogli 26, 27 e 28 delle Novelle Letterarie di Firenze del 1753 con un'Appendice nella quale si risponde alla Dichiarazione fatta dal sig. Lami e dal medesimo pubblicata sotto il 7 di settembre del 1753 nel foglio 36 delle sue novelle" (Madrid D. Gabriel Ramirez 1754 in 8); "De Oratoriis privatis Dissertatio postuma" (Brescia Rizzardi 1757 in 4); "Mantissa, in qua doctrina P. Udatrici Weis in Dissertatione de qualitatibus corporum oppugnata, iterum expenditur et invicte confutatur" (Ib 1758 in 8); "Lettera postuma intorno al libretto delle sue Osservazioni sopra certo Articolo delle Novelle Letterarie di Firenze indirizzata all'E.mo e R.mo Principe Sig. Card. Angelo Maria Querini Arcivescovo Vescovo di Brescia ecc." (Ib Rizzardi 1758 in 8); "Osservazioni critiche" (mss nella Biblioteca Queriniana); "Due lettere scritte all'E.mo Cardinale Angelo Maria Querini." (mss. ibidem).