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ZURLA (in dial. Sürla)

Località (m. 400 circa s.l.m.) e caseggiato a S di Capodiponte e ad O di Cimbergo. Forse da zurla = specie di sorbo in Valcamonica o da chiurlo = assiolo, detto anche chiù = uccello rapace notturno. Il Laeng si è riferito alla voce celtica "juria", "juriola" = bosco, foresta.


«Vi sorge, come scrive Ausilio Priuli ("Preistoria in Valle Camonica", p. 59) una zona di incisioni rupestri che si estende per oltre 150 metri di lunghezza in direzione Nord, ed inoltre, verso Est, giungendo a confinare con la parte inferiore del Parco delle Incisioni di Naquane. L'area si presenta costituita da una mastodontica roccia estremamente scoscesa e di difficile accesso, in parte ben levigata dal ghiacciaio, in parte rovinata nella sua superficie dai licheni e dagli agenti atmosferici. Anticamente, quasi tutta la superficie della roccia era interessata dalla presenza di figure incise, ora, solo qua e là si scorgono scene o frammenti di figure spesso rovinate e di difficile lettura. La parte alta della regione presenta numerose rocce ben conservate ed interamente incise, caratterizzate dalla presenza di rappresentazioni di orme di piedi, alcune delle quali hanno all'interno figure umane in atteggiamento di preghiera oppure armate di lancia e scudo. Figure geometriche e labirintiformi si alternano con scene di caccia e di lotta, figure di carri, simboli solari e figure di costruzioni. Tra tutte sono alcune scene di danza, tra le quali una, chiamata degli "Astronauti", costituita da due coppie di figure eseguite con una spiccata ricerca anatomica ed un bel movimento. Nella zona più alta una roccia, oltre a presentare varie scene a carattere narrativo, di caccia e di lotta, porta incisa a tecnica filiforme, quindi graffita, una interessante figura di palafitta, contornata da figure umane, segni geometrici, motivi architettonici e da un'altra figura di costruzione forse simile alla precedente». 


Già nota ai primi esploratori dell'arte preistorica camuna (Gualtiero Laeng, Giovanni Marro, Emanuele Süss), venne sempre più studiata a partire dal 1957 da Emmanuel Anati e ha trovato spazio in opere di Peter Kolosimo, noto per i suoi lavori tra scienza e fantascienza, nei volumi "Non è terrestre", "Astronavi sulla Preistoria" e "La civiltà del silenzio", che vi ha visto scene nelle quali sono forse presenti degli extraterrestri. A sua volta Emmanuel Anati ha datato le figure alla Media età del Ferro (850 a.C. circa) e vi ha visto incisi momenti di danza. Alberto Maretta ha invece scritto: «Le figure si distinguono per le attente proporzioni corporee e soprattutto per l'insolito dinamismo che sembra suggerire una sorta di danza armata. Si tratterebbe dunque di guerrieri dall'elmo raggiato, forse segno distintivo di un particolare gruppo sociale». Il prof. Sansoni ha scoperto a Zurla nel 2003 altre 1500 nuove incisioni.