UFFICIO municipale del lavoro

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UFFICIO municipale del lavoro

Istituito in base ad uno statuto discusso e approvato dal Consiglio Comunale di Brescia nelle sedute del 29 marzo e 1, 2 e 3 aprile 1901 con lo scopo "di prendere e promuovere tutti quei provvedimenti che possono giovare al miglioramento morale, intellettuale e materiale delle classi lavoratrici". Venne diviso in due sezioni: la prima con lo scopo d'interporsi fra conduttori e locatori d'opere per offrire agli uni il personale e agli altri l'occupazione di cui potessero occorrere. La seconda per risolvere, a mezzo di arbitri, qualunque controversia potesse sorgere nell'applicazione del contratto di lavoro, ed ogni altra differenza fra principali e dipendenti. Voluto con determinazione, su esperienze in altre nazioni, dalla maggioranza cattolico moderata in alternativa all'attività della Camera del Lavoro e delle forze socialiste e democratiche di sinistra, l'ufficio si pose come compito di raccogliere e confrontare dati statistici sui mercati del lavoro e di procedere ad inchieste intorno all'agricoltura ed alla grande, media e piccola industria, in Italia e all'estero. Doveva inoltre determinare le condizioni delle classi lavoratrici ed i rapporti fra principali, impiegati ed operai; conoscere i salari degli uomini, delle donne e dei fanciulli; studiare la legislazione operaia presso i vari Stati e le cause degli scioperi e della disoccupazione, in rapporto alle diverse stagioni dell'anno, e simili argomenti. L'Ufficio non doveva limitare le sue prestazioni al Comune di Brescia, ma era suo scopo estenderle anche agli altri Comuni della Provincia, accogliendo per corrispondenza le domande e le offerte di lavoro, fornendo le indicazioni richieste, e non rifiutando i giudizi arbitrali a chiunque avesse desiderato rimettere ai medesimi la soluzione di controversie sempre attinenti al contratto di lavoro. Inoltre l'Ufficio poteva estendere la sua azione a soccorrere il lavoratore nella difesa dei suoi diritti, negli infortuni sul lavoro, nelle attività cooperativistiche, di ogni genere. Il Collegio di presidenza era composto di ventitré membri, rappresentanti pariteticamente imprenditori e lavoratori. Discreta, pur fra molti contrasti, l'attività dell'Ufficio che tuttavia dopo un anno e mezzo di vita venne il 19 dicembre 1902 sacrificato dalla nuova maggioranza zanardelliana, socialista e repubblicana che il 18 agosto aveva rovesciato i cattolici-moderati.