TIRO a segno

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TIRO a segno (o al bersaglio), società del

Propagandata da Giuseppe Garibaldi sull'onda della campagna "per il milione di fucili" e grazie alla legge del 1861 del Governo Rattazzi per l'istituzione del Tiro a Segno nazionale, il 15 aprile 1862 venne costituita ufficialmente a Brescia una "Società di tiro a segno" (o al bersaglio) provinciale col nome di "Carabinieri Bresciani". Qualcuno ha voluto vederne un anticipo nei "tiri a segno mobili" organizzati nelle vallicelle di Nave e Caino, nel 1850, da Tito Speri e dal Sottocomitato di azione. Iniziative di tiro a segno vennero pure promosse fin dal 1861-1862 a Montichiari, Lonato e Vestone (nel 1861 per iniziativa dell'ing. Domenico Riccobelli).


L'istituzione di un tiro a segno provinciale era stata annunciata dal Circolo Nazionale il 21 marzo 1862 e il 22 "La Sentinella Bresciana" pubblicava un avviso che invitava alla istruzione del fucile i giovani dai 16 ai 35 anni, dispensati dagli obblighi della Guardia Nazionale. Veniva così istituita la Società pel Tiro a Segno "Carabinieri bresciani". La commissione promotrice era composta dal conte Girolamo Fenaroli, Giuseppe Barboglio, Clemente Di Rosa, avv. G.B. Cortesi, Camillo Biseo, Bartolomeo Piccinelli, Giuseppe Zanardelli, Agostino Lombardi. La società aveva per scopo "di addestrare il popolo nell'uso della carabina, e di formare lo spirito militare siccome elementi dell'armamento nazionale". Fra le norme fondamentali emanate, si stabiliva che "ogni onorato cittadino" poteva entrar a far parte della società; si fissavano poi le norme per la costituzione dei fondi sociali (almeno 300 azioni da lire cinquanta cadauna ed un numero illimitato da lire 5). Centri d'emissione furono: il Comando della guardia nazionale, la Camera di commercio, la Società degli operai, l'Ufficio dei commessi negozianti, il Gabinetto di lettura, il negozio dell'orefice Gualla ed il caffè Biseo. Raggiunto il numero di 100 azioni la Società si intendeva costituita e la Commissione promotrice avrebbe provveduto a radunare immediatamente i sottoscrittori. Il 12 aprile il numero di azioni richiesto era sottoscritto.


Il 15 aprile in luogo di Garibaldi, già a Brescia da due giorni ma indisposto, il sen. Plezza presiede l'adunanza della costituzione della Società di tiro a segno dei "Carabinieri Bresciani", della quale il generale viene proclamato presidente onorario, mentre risultano eletti a Presidente effettivo il conte Girolamo Fenaroli; vicepresidenti il nob. Clemente Di Rosa e Agostino Lombardi; consiglieri l'avv. Violini, l'avv. Marchionni, Camillo Biseo, G.B. Cortesi, Gualla e Giuseppe Barboglio; cassiere Achille Bonoris. Garibaldi stesso, rientrato in Brescia il 21 aprile, è in grado di premiare il 4 maggio al teatro Guillaume i vincitori della prima gara di tiro che ha avuto luogo pochi giorni prima nella "fossa" di Porta Pile (poi Fossa Bagni, oggi trasformata in parcheggio) (v. Poligoni), che ha ospitato sia i militi tiratori della Guardia Nazionale, sia i tiratori dei Carabinieri Bresciani. Fino dagli inizi i Carabinieri bresciani si esercitano in comune con i militi della Guardia Nazionale sul campo di Porta Pile, ove ritornano ogni qualvolta non possono disporre di uno dei vari campi, provvisoriamente allestiti a bersaglio (in un comunicato dell'aprile 1863 la Società parla di "Bersaglio sociale" non meglio identificato), che essi tentano di crearsi in proprio alla periferia della città.


Occasione di rilancio è la guerra del 1866. Il 23 maggio la Società Operaia di Brescia chiedeva che in vista di un'invasione momentanea dell'Austria, "sull'esempio della Spagna sotto Napoleone potesse esser armato e addestrato, grazie a munizioni fornite dal Comune, un nucleo di operai che avessero a resistere e a combattere contro l'invasore".


Nel 1876 l'ordinamento in atto di tipo paramilitare viene superato, il Governo abolisce i sussidi e il carattere ufficiale o nazionale del tiro a segno e si afferma sempre più il carattere sportivo delle società di tiro. In seguito a ciò, già nel gennaio 1878 il consiglio direttivo della Società Reduci dalle Patrie Battaglie crea un comitato che prima della fine dell'anno vara la "Società popolare di tiro a segno gratuito", che riceve l'incoraggiamento di Garibaldi, con un messaggio dell'8 ottobre 1878, e di Aurelio Saffi e che il 19 maggio 1879 inaugura, presenti parecchie società patriottiche e popolari, l'attività del tiro a segno gratuito popolare. La società, che è considerata la prima in Italia, si propone nello statuto (art. 1): "per iscopo esclusivo la istruzione gratuita del popolo nel maneggio della carabina". Art. 2: "In omaggio ai consigli del generale Garibaldi, di Aurelio Saffi e di altri eminenti patrioti, l'Associazione si propone di diffondere nel popolo l'istruzione nel maneggio delle armi nazionali, onde possa, in ogni tempo difendere la Patria e la sua libertà". Nomina Garibaldi presidente onorario, Aurelio Saffi fondatore onorario, e presidente effettivo il presidente pro tempore della "Società dei reduci" (che in quell'anno era Cesare Bresciani). La società si estinguerà nel giro di pochi anni. Rimane in campo la sola Società dei Carabinieri Bresciani, detta anche Provinciale, che ha trovato a porta Venezia un nuovo campo di tiro nella fossa parallela allo spalto del Roverotto. Il campo fu rinnovato con "lavori di adattamento e prolungamento" nel settembre 1886.


Ciò fino al 1883, quando in base alla legge Depretis del 2 luglio 1882 viene istituita il 18 dicembre anche in Brescia la Società Mandamentale del Tiro a Segno Nazionale il cui statuto, approvato poi nel 1884, si pone come scopo di addestrare i cittadini nell'uso delle armi da guerra e specialmente di preparare la gioventù al servizio militare, di conservare la pratica delle armi nei militari in congedo illimitato e di creare cittadini "tiratori", sotto la guida della Direzione provinciale del tiro a segno istituita presso le Prefetture, dei Comandi dei Distretti Militari, attraverso Società Mandamentali, comunali o consorziali, di Tiro a segno istituite con decreto reale. Già nel 1883 risultano in via di costituzione ufficialmente, oltre quella di Brescia, le società di Breno, Lonato, Salò, Gardone V.T., Desenzano, Rivoltella, S. Eufemia della Fonte, Gavardo, Rezzato, Travagliato. Come ha sottolineato Arnaldo Gnaga, la Società Mandamentale di Brescia, che abbracciava tre mandamenti, in particolare ebbe il proprio Statuto approvato dal Ministero dell'Interno il 3 maggio del 1884. Da questo si rileva che il Consiglio direttivo era composto da: cav. Giuseppe Bonardi, presidente; capit. Francesco Caprioli, avv. Cesare Nova, co. Francesco Martinengo, prof. Giovanni Sandri, avv. Giovanni Lanzini-Donzelli, dott. Giacomo Bonicelli, consiglieri; avv. Giovanni Alberini, segretario. Alla Società Mandamentale, che raggiunse in breve più di 650 soci, avrebbe potuto aggregarsi quella Provinciale o dei Carabinieri bresciani. Invece questa, presieduta dal 1882 da G. Zanardelli, in una riunione del 10 febbraio 1884 preferiva mantenere la propria autonomia, pur dichiarandosi disponibile alla collaborazione e assicurando l'uso del campo di tiro. Continuando a perseguire la formazione di tiratori "distinti", cioè eminentemente sportivi, risultava per la Società Provinciale la possibilità di coesistenza con la Società Mandamentale e le due società usavano in comune lo stesso poligono di tiro al bersaglio di Porta Venezia. La comunione del campo di tiro, l'antagonismo sportivo, la concordia di intendimenti, legano sempre più i tiratori dei due sodalizi negli ultimi anni dell'800 e nei primi del 900, tanto che alla vigilia del primo conflitto mondiale, le due società si fondano in sodalizio unico.




Nel marzo 1884 in provincia di Brescia risultavano già costituite le seguenti Società di Tiro a segno nazionale:


DI BRENO. Costituita con decreto 18 dicembre 1883 della Direzione Provinciale. Membri di Presidenza: Beccagutti Giovanni, Vittadini dr. Pietro, Rusconi Giuseppe, Zeccoli Agostino, Lanzini-Donzelli Vitale, Seriati Pietro Giacomo. I soci superano i 275.


DI SALÒ. Costituita il 18 dicembre 1883 come la precedente. Presidenza: Tomacelli avv. Girolamo, presidente; Leonesio avv. Marco, Bonardi Gio.Maria, Paris Pietro, Corlera Gio.Battista. Questa presidenza ha già presentato alla Direzione Provinciale lo Statuto ed il Progetto per l'impianto del campo di tiro. I soci sono 187.


DI GARDONE VALLE TROMPIA. Lanciata con manifesto dal sindaco G.B. Guerrini il 13 settembre 1883, fu costituita il 18 dicembre. Presidenza: Quistini avv. Giovanni, presidente; Moretti Giuseppe, Abeni Crescenzio, Zanetti Giacomo, Peruchetti Giuseppe. I soci sommano a 138. Il 25 settembre 1892 inaugurava il poligono di tiro. Dal 25 al 29 settembre venivano sparate, con fucile 1891, 14.329 cartucce.


DI LONATO. Costituita il 18 dicembre. Presidenza: Arrighi avv. Maurizio, presidente. Cherubini avv. Marcello, Belvisi Costante, Carpani cav. Federico, Carpaneda avv. Luigi, Robazzi Pietro. I soci sono 134.


di Toscolano. Costituita con decreto reale del 16 dicembre 1883. Presidenza: Visintini Giovanni, presidente; Maffizzoli Andrea, Elena Matteo, Maffizzoli avv. Pietro, Severgnini Alessandro. I soci sono 112.


DI PISOGNE. Costituita con Decreto 31 gennaio 1884 della Direzione Provinciale. Presidenza: il sindaco di Pisogne, Rizzi Nicola, Damioli Italo, Damioli ingegner Diego. I soci sono 152.


DI REZZATO. Costituita con decreto Dir. Prov. 6 marzo 1884, con 128 soci.


DI ROVATO. Costituita come la precedente, con 146 soci.


DI BAGOLINO. Costituita come la precedente, con 159 soci.


DI S. EUFEMIA DELLA FONTE. Costituita con decreto Dir. Prov. 17 febbraio 1884, con 116 soci.


DI ISEO. Costituita con decreto Dir. Prov. 6 marzo 1884, con 101 soci.


DI VEROLANUOVA. Costituita come la precedente, con 163 soci.


DI ORZINUOVI. Costituita come la precedente, con 109 soci. Nell'ottobre 1896 inaugurava il campo di tiro.


In via di costituzione erano la SOCIETÀ COMUNALE DI PALAZZOLO S/O E LE SOCIETÀ CONSORZIALI DI DESENZANO con Rivoltella, di PRALBOINO con Milzano (quest'ultima fondata per iniziativa del tenente Mazzardi e di Enrico Strada) e quella fra 12 comuni con sede a Gavardo.




Nel 1887 esistevano nel Bresciano una società Provinciale, 23 Mandamentali, 9 Comunali e 4 Consorziali. In tutto 37. In quell'anno tra le provincie italiane solamente quella di Roma presentava l'egual numero di società. Veniva in seguito la provincia di Perugia con 31, quindi le altre a notevole distanza. Le società si ridurranno a 23 nel 1897, rimanendo tali nel 1927.


Il prestigio tuttavia del tiro a segno bresciano è tale che nel 1887 la Società Mandamentale è la sola invitata a rappresentare l'Italia al Tiro federale svizzero disputato a Ginevra. La squadra della Società era composta da Giovanni Sabatti, Giacomo Bonicelli, Enrico Dandolo e Carlo Fisogni. Mentre la vecchia società Provinciale dopo la morte di Giuseppe Zanardelli (1903) andava estinguendosi, scomparendo poi alla vigilia della prima guerra mondiale e passando alla Mandamentale il residuo attivo, la Società Mandamentale incontrava sempre più significative fortune. Nel 1890, venuto il Re a Brescia in occasione delle grandi manovre nelle campagne di Montichiari, la società poteva porre una lapide accanto ad altra dedicata a Garibaldi, con la seguente iscrizione: "Umberto I re d'Italia / delle libere istituzioni fervido propugnatore / sicuro nell'amore del suo popolo / ai tiratori bresciani / qui nel XXII agosto portava affettuoso saluto / incoraggiamento / a perseverare nell'esercizio delle armi / valida tutela di pace di libertà / garanzia di vittoria / nelle lotte per l'indipendenza ed unità della patria / la Società Mandamentale di Tiro a Segno / in questo marmo / volle ricordato il fausto avvenimento / Deliber. Pres. 22 agosto 1890".


Sempre nel 1890 la Società Mandamentale dava il via ad una serie di vittorie fra le più significative nella storia del tiro a segno bresciano. In tale anno vinceva la "Bandiera d'Italia", assegnata alla migliore fra le rappresentanze delle associazioni concorrenti, grazie ai tiratori Giacomo Bonicelli, conte Battista Fè, Luigi Polidoro, Giovanni Sabatti e Antonio Zanardelli. Ceduta la bandiera a Pisa nelle gare nazionali del 1895 (a Roma) e 1898 (a Torino), la riconquistava nelle gare del 1902 (a Roma, dove era stato messo in palio anche uno scudo d'argento sbalzato con figure allegoriche, riservato ai tiri collettivi), 1907 (a Roma), 1911 (a Roma), 1922 (a Milano) e 1927 (a Roma, ultima gara disputata), vincendo la Bandiera in sei gare su otto e conservandola per cinque gare successive. In esse si affermarono: l'avv. Gian Galeazzo Cantoni (in cinque gare), il dott. Daniele Bonicelli (in quattro), Pietro Bianchetti (in tre), G. Fugini, Romagnoso Cantoni, Pietro Rovetta (in due), il co. Battista Fè, Giacomo Bonicelli, Giovanni Sabatti, Luigi Polidoro, Antonio Zanardelli, Mattia Morelli, Lodovico Nulli, Giuseppe Giovanelli e Eugenio De Ferraris (in una). Fra questi nel 1890 il conte Battista Fè riuscì terzo campione d'Italia; nel 1922 Romagnoso Cantoni fu secondo, e terzo Gian Galeazzo Cantoni; infine, nell'ultima gara del 1927, Pietro Bianchetti fu dichiarato primo campione d'Italia. Ottimi tiratori furono anche Beretta, Bertoli e Tabladini.


Dal 1902 al 1914 in 57 gare (tra le quali, oltre a quelle nazionali, quelle tenute a Brescia, Breno, Gavardo, Iseo e Toscolano) la Società vinse 59 primi premi, dei quali 28 conquistati di seguito dal 1902 al 1905. Nelle gare internazionali che dal 1902 al 1930 si susseguirono a Roma, Lione, Bruxelles, Milano, Vienna, Amburgo, Roma, Biarritz, Milano, Roma, Aja, Stoccolma e Anversa, almeno un campione era dato da Brescia. In qualche gara furono due. Nè smentirono la loro fama e risposero mirabilmente alla fiducia in loro riposta: Daniele Bonicelli nel 1904 a Lione riuscì primo campione del mondo nella posizione in piedi; nel 1908 la squadra italiana, di cui erano parte Daniele Bonicelli e Gian Galeazzo Cantoni, vinse per la prima volta il primo premio alla pistola; nel 1912 a Biarritz G.G. Cantoni e nel 1922 a Milano Romagnoso Cantoni si guadagnarono il primato mondiale nella posizione in piedi con fucile da guerra, primato che G.G. Cantoni conservò nel 1927 a Roma. Nella stessa gara Lodovico Nulli riuscì primo campione italiano con carabina, e similmente a Stoccolma nel 1929 Paolo Tosana con pistola. Come ha sottolineato Arnaldo Gnaga, dal 1902 al 1927, ossia per 26 anni consecutivi, la società del tiro a segno di Brescia conservò un assoluto e costante primato tra le consorelle italiane. L'attività della Società di Tiro a segno non si limitò alla cura degli agonisti, ma si estese a tutti i soci, specialmente a quelli del reparto "tende" e del reparto "milizia", per i quali vennero ogni anno, fino al 1914, impartite le lezioni regolamentari, istruendo i primi nel maneggio del fucile ed ottenendo ai secondi, come la legge consentiva, l'esenzione dal richiamo alle armi.


Dopo il conflitto 1915-1918, il tiro a segno subisce le ripercussioni della incerta situazione politica. Mentre i dirigenti centrali lottano per mantenere all'organizzazione la sua autonomia, le società, a rilento, riprendono la propria locale attività. L'Unione Italiana Tiro a Segno (U.I.T.S.), istituita nel 1882, affiliata al C.O.N.I. (che, sorto nel 1914, muove i suoi primi passi solo dopo la conclusione della guerra) assume le funzioni di federazione sportiva. Con la nuova autorità si inserisce nelle correnti che si adoperano per il rinnovamento e il reinserimento del nostro sport nell'attività sportiva nazionale, ma il ridimensionamento delle forze armate italiane condiziona la sollecita soluzione di un problema già di per sé complesso e soltanto nel 1930 viene promulgata la nuova legge. Essa scioglie le società, che diventano Sezioni del Tiro a Segno Nazionale, affida tutta l'organizzazione alla Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale che curerà la formazione del cittadino-tiratore-soldato, mentre alla Sezione resta la formazione e il perfezionamento del tiratore sportivo con dipendenza dall'U.I.T.S. Il 20 settembre 1926 veniva inaugurato il Tiro a segno consorziale fra i comuni di Salò, Gardone Riviera, Maderno, Toscolano e Gargnano. Frattanto nel 1929, viene realizzato a Mompiano su progetto dell'ing. Angelo Tosana il nuovo poligono, già ventilato nel 1908 e di nuovo nel 1923-1924. Esso viene inaugurato dall'on. Augusto Turati il 28 ottobre.


Il Tiro a segno bresciano è nel 1930 talmente in auge che per condecorare il Foro Mussolini, oggi Foro Italico, fu per Brescia scelta una statua del Tiratore, affidata allo scultore Angelo Righetti, in vista del fatto che il tiro a segno, si leggeva nella relazione della commissione giudicatrice, era "l'esercizio sportivo nel quale Brescia ha primeggiato per molti anni, invincibile". Senonché, non si sa per quale ragione, il modello in gesso partito per Carrara per essere tradotto in marmo, a Roma non arrivò mai.


Nel 1934 una nuova legge incamera i poligoni nel demanio militare, dando un nuovo colpo al tiro a segno, e infine la legge del 1936, mentre dà fisionomia giuridica all'U.I.T.S. e la trasferisce alle dipendenze del C.O.N.I., sottrae tutta l'organizzazione al Ministero della Guerra, passandola a quella della Presidenza del Consiglio. Anche in simile situazione instabile, però, l'attività sportiva rifiorisce.


Le gare locali, riprese nei primi anni dopo la guerra, vengono progressivamente potenziate, mentre dagli incontri internazionali con i Paesi Latini e dalle partecipazioni ai Campionati mondiali di Milano nel '22, Reims nel '24, Sangallo nel '25, Roma nel '27, Loosduinen nel '28, nascono nuovi entusiasmi e nuovi proponimenti. Nel 1928 l'organizzazione della VII gara nazionale a Roma dà l'avvio a una attività più intensa. Il 1929 vede riprendere gli incontri internazionali a più larga partecipazione, e a Stoccolma l'Italia è quinta nei campionati mondiali. L'attività diventa febbrile, con la preparazione meticolosa dei tiratori in gare interne, gare all'estero, e nei grandi confronti internazionali: ad Anversa Campionati mondiali del '30, a Leopoli nel '31, a Los Angeles nel '32 alla XII Olimpiade ove si afferma Renzo Morigi, a Granada Campionati mondiali del '33, a Budapest nel '34, a Berlino XIII Olimpiade nel '36, l'Italia si batte con onore. Il nome italiano ha ormai risonanza nel campo internazionale del tiro e all'Italia spetta il compito di organizzare i Campionati del mondo nel '31 a Milano e nel '35 a Roma, riscuotendo il plauso di tutti gli intervenuti. Dopo il '37 la situazione politica influenza l'attività sportiva che ripiega su incontri con i paesi confinanti, a Lucerna nel '39; sui campionati italiani, nei quali vengono inseriti i campionati femminili, e sulle gare locali. In questo periodo, fra il primo e il secondo conflitto mondiale, Brescia entra col peso della tradizione e dell'abilità dei suoi tiratori, giocandovi sempre ruoli di primo piano, sia in campo nazionale che nella formazione delle squadre rappresentative italiane, nelle quali ricorrono ancora i nomi di bresciani: Lodovico Nulli (v.), Paolo Tosana, Antonio Cannata, Gian Galeazzo Cantoni, Fausto Archetti. Il tiro a segno si ritrova dopo la II guerra mondiale con i poligoni nella loro maggioranza distrutti, i tiratori dispersi dagli eventi, le dotazioni scomparse, le leggi in parte abrogate in parte inoperanti. Ma non manca una certa qual ripresa. Nel '46, guardando all'olimpiade del '48, proprio nel poligono di Mompiano viene indetta la prima riunione di tiratori per una prova preolimpica. Nel marzo del '47 il regime commissariale viene a cessare, sostituito da un Consiglio direttivo provvisorio, e l'opera dei nuovi dirigenti si volge a coordinare le rinascite locali, ricevendone una nuova corrente di entusiasmo e ardire, sì che, nello stesso anno, viene l'atto che sa di temerario: la partecipazione ai Campionati mondiali di Stoccolma. Nel 1948 si tiene a Brescia il torneo preolimpionico delle regioni in vista delle Olimpiadi di Londra. Il 1949 vede l'istituzione del Gran Premio delle Sezioni a integrare le principali gare che l'U.I.T.S. indice nel nord e nel sud d'Italia. Nel '50 la cerchia delle competizioni si allarga con la nascita delle gare regionali a preparazione di quelle nazionali e dei campionati italiani, e così prende forma il programma sportivo annuale. Localmente vengono indetti incontri di notevole importanza come il Trofeo Beretta a Brescia e il Trofeo Panza a Milano, mentre in altre città prendono vita nuove gare; sempre più intense sono le manifestazioni nazionali e internazionali. Le sezioni, rinfrancate ora nei quadri, danno un nuovo ritmo alle competizioni, e Brescia, che si è inserita per merito dei suoi tiratori nei primi ranghi nazionali, dedica la propria attività anche ad affiancare la Direzione dell'U.I.T.S. nell'organizzazione di nuove gare oltre quelle ormai consuetudinarie.


Nascono così i Campionati italiani U.N.U.C.I., in collaborazione col Gruppo bresciano di tale sodalizio. Si svolgono a Mompiano l'incontro Principato di Monaco-Canton Ticino-Lombardia (1960). Manifestazioni tutte in cui la sezione bresciana impegna tiratori e dirigenti con risultati sportivi e organizzativi a pieno merito, mentre nel 1959 Brescia collabora con Monza alla organizzazione dei campionati europei di Milano. E già dal primo dopoguerra si erano ripresentate vecchie glorie, quali Paolo Tosana, Guarnieri, Nulli, Archetti, Renato Colosio, intorno ai quali si raccolgono giovani dal promettente avvenire quali: Luciano Galesi, Giorgio Ercolani, Mariuccia e Rosetta Nulli, figlie di Lodovico, Mario Pegoraro, Arnaldo Venturelli, Ferruccio Moscheni, Gianni Arrivabene, ai quali presto si uniscono Ugo Garofalo, Gianni, Renato e Nazzaro Boccacci, Gianluigi Prestini, Giuseppe Pedercini, Giulio Crovato, per dare una volta ancora la scalata ai primi posti. Galesi ed Ercolani sono più volte campioni d'Italia e olimpionici, il primo a Helsinky nel 1952, il secondo a Roma nel 1960. Pegoraro campione di categoria, le sorelle Nulli primatiste femminili (Mariuccia fu campionessa nazionale, azzurra e poi istruttrice della Nazionale di Tiro), oltre che temibili avversarie anche per gli uomini, Crovato campione italiano dei giovani. Ma la schiera dei tiratori si alimenta sempre, si affacciano nuove leve e sopra tutti Tito Süss, campione italiano dei giovani 1960. Il tiro a segno entra anche nelle scuole. Specialmente la Scuola Agraria Pastori è attiva dal 1959 al 1967, grazie ad un animatore qual è Marco Süss. Nel 1962, centenario della fondazione, oltre a bandiere e coppe, il tiro a segno di Brescia poteva presentare oltre 220 medaglie, e per ricordare la data la sezione bresciana organizzava dal 29 agosto al 9 settembre un riuscito "Trofeo Città di Brescia". Fra le sezioni più attive sono quelle di Montichiari, Ghedi, Breno, Gardone V.T., Pralboino che nel 1993 contava 213 praticanti. La sezione di Breno, presieduta da Angelo Franceschetti e ricca di 1500 iscritti, il 15 novembre 1981 inaugurava oltre al poligono di Val Morina, un nuovo poligono coperto per tiro ad aria compressa. Nel 1994 il tiro a segno di val Morina, ristrutturato, veniva riaperto.


Nel 2001 erano 6 le società bresciane affiliate alla U.I.T.S.:


Tiro a Segno Nazionale, a Brescia, (fondato nel 1862; affiliato nel 1921);


Tiro a Segno Nazionale S. Bagnolo, a Bagnolo Mella (1884;1921);


T.S.N. Breno ( 1862;1921);


T.S.N. Pralboino (fond. 1921);


T.S.N. Gardone V.T. (aff. 1971);


T.S.N. Gavardo (1884;1921).


Nel frattempo il tiro a segno è andato articolandosi in diverse specialità fra le quali:


TIRO CON BALESTRA. Fu istituito dal Consiglio Comunale con deliberazione del 16 agosto 1452 in sostituzione degli spettacoli che si tenevano durante la festa patronale cittadina, con corse di cavalli, di asini e la presenza di prostitute. Il Consiglio Comunale decise che il denaro che si sprecava in quegli spettacoli venisse speso nell'addestrare duemila giovani nel tiro a segno delle balestre e per i premi delle gare. Nei giorni 1, 2, 3 gennaio 1453 venne aperto il bersaglio e furono stabiliti tre premi ai migliori tiratori: primo premio una pezza di velluto cremisino, secondo una balestra di valore, terzo una rotella con le sue frecce.


TIRO AL BERSAGLIO. v. Tiro a segno o al bersaglio.


TIRO CON LA CARABINA. Negli anni Settanta-Ottanta si sono distinti Emilio Bertella di Gardone V.T., più volte campione italiano, Caterina Buizza di Brescia, più volte campionessa italiana e, verso il 1990, Alberto Ardesi di Brescia.


TIRO AL FUCILE. Già in voga negli anni '30 del sec. XX. Il 5 ottobre 1933 Giuseppe Giovanelli (v.) di Iseo si piazzava al secondo posto alla gara di Roma.


TIRO CON LA PISTOLA. Nel 1961 venne messo in palio il Trofeo Zaniboni per premiare il vincitore per tre volte del Campionato di tiro con la pistola. Nel 1974 Ottorino Zanetti del Tiro a segno di Gardone V.T. vinse il campionato italiano assoluto specialità pistola ad aria compressa. Si sono distinti nel tiro con la pistola, gareggiando per il Tiro a segno di Brescia: Giorgio Ercolani di Brescia, detentore del record italiano di pistola libera, che ha partecipato alle Olimpiadi di Roma (1960); Giuliano Zenocchini di Brescia, più volte campione italiano e con partecipazione ai campionati del mondo (1982); Dario Palazzani di Concesio più volte campione italiano, campione europeo nel 1987 di pistola libera e con la partecipazione alle Olimpiadi di Los Angeles (1984) e di Seul (1988); Claudio Frassoni, vincitore di vari titoli italiani a squadre con Zenocchini e Palazzani; Giancarlo Antonini di Sarezzo e Andrea Perotti di Brescia, che detiene tuttora il record italiano di pistola automatica.


TIRO A SEGNO GRATUITO POPOLARE. v. Tiro a segno o al bersaglio.


TIRO A SEGNO NAZIONALE. v. Tiro a segno o al bersaglio.


TIRO ALLA TARGA. Così chiamato perché viene usata come bersaglio una targa di cartone. Si segnalano gruppi a Paderno, a Desenzano (con poligono), al Monte Corno.