TIBALDINI Lenzi Cecilia: differenze tra le versioni

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TIBALDINI Lenzi Cecilia

(Verolanuova, 26 settembre 1872 - 1 ottobre 1921). Del conte Giuseppe Tibaldini, mantovano, e di Carmelita Tadini di Verolanuova. Educata nel Collegio femminile di famiglia, sposò il musicista Francesco Lenzi, maestro di musica e organista a Verolanuova. Fin da molto giovane scrisse e pubblicò versi in italiano e in dialetto bresciano in periodici del tempo. Molti ne pubblicò nel 1915-1916 anche con lo pseudonimo Rosa di Landa. "Osservatrice acuta dell'ambiente popolare - lasciò scritto mons. Guerrini - ne trasse ispirazione per alcune gustose poesie dialettali che mandò alla rivista "Brescia". Lasciò inediti alla famiglia molti versi italiani e dialettali, delicati e soavi di espressione lirica i primi, vivaci macchiette del popolo verolese i secondi". Carla Milanesi scrisse "che il suo nome potrebbe avvicinarsi a quello universalemente noto del grande poeta bresciano Angelo Canossi" rilevando: "Acutezza di osservazione, perfetta arte descrittiva, sincera pietà per la miseria in cui allora versava il popolo, nonché un felice e garbato senso di humour, tutto si trova, sempre genialmente espresso, nella dialettale sua opera". Versi raccolse in "Alla santa memoria di Carmelita Tadini vedova Tibaldini... La figlia Cecilia dedica" (Modena, Stabil. Tipolitografico L. Rossi, 1905, 28 p.).