TESIO (2)

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TESIO (in dial. Tès)

Località montana (Tesio di sopra, m 701 s.l.m. e Tesio di sotto, m 662 s.l.m.) a NE della frazione Villa di Serle. Qualcuno vuole che il toponimo derivi dall'aferesi di Mattès (Matteo). Più probabilmente ha a che fare con tesa, tese = uccellanda. Nel 1950-52 presso Villa Allocchio vi venne rinvenuta una lucerna a volute del I sec. d.C. La montagna, in parte di Paitone, di Serle e di Gavardo, è ricca di boschi di castagno, di quercia, di faggio e nocciolo, con molti fienili abitati d'estate da contadini di Serle per l'alpeggio. È ben servita da sentieri e strade. Vi esiste anche un laghetto. Nel 1619 Andrea Gosa morendo lasciava al Comune di Gavardo le sue proprietà in località Tesio, oltre che offerte per Messe di suffragio, doti di nozze per giovinette, legna e castagne per i poveri. Di queste proprietà il comune di Gavardo conservava ancora negli anni '80 centocinquanta ettari di monte. Al centro della proprietà Gosa esisteva "el Casì del Comì". Il territorio era attraversato da una strada comunale, che da Gavardo per Tesio, raggiungeva Serle per scendere a Botticino e che nel 1704 venne proprio a Tesio sbarrata con trinceramenti dal duca di Vendome, per impedire a Eugenio di Savoia di scendere in pianura con il suo esercito.


Non mancarono cure a quella che Paitone e Gavardo considerarono come una montagna di casa. Nel 1938 vennero messe in dimora bellissime conifere. Vi avevano una casetta gli Averoldi di Paitone. Verso il 1930 gli industriali Allocchio di Milano eressero due ville e la loro casa ospitò per lunghi mesi estivi l'industriale e inventore Antonio Allocchio. La villa, durante la II guerra mondiale, fu poi al centro di intensa attività partigiana specie da parte di Stefano Allocchio e dei coniugi Pietro e Caterina Tonni. In seguito ai bombardamenti Tesio si riempì di sfollati e, dopo l'8 settembre, di sbandati. Sventata nel 1972 l'apertura di una cava di marmo. Nel 1972-1973 venne edificato dagli alpini e specialmente per interessamento del gen. Giacobinelli, un tempietto votivo dedicato agli alpini morti nella I e II guerra mondiale. La chiesetta venne decorata nel 1993 di un affresco del pittore Natale Donneschi. Nel 1985, al roccolo, Max Tabanelli organizzava incontri religiosi. Nel 1984 veniva avanzata la proposta di creare un parco naturale affittando lotti di bosco agli abitanti con l'impegno di tenerlo pulito. Nel 1995 la località veniva raggiunta dall'acquedotto; nello stesso anno venne riassestata la strada. Nel 1997 veniva avviato il recupero del laghetto.