TERREMOTI nel Bresciano

TERREMOTI nel Bresciano

Dal latino "terrae motus" movimento della terra, il terremoto consiste in un brusco e rapido movimento che si manifesta sulla superficie terrestre con una serie di scosse dovute alle onde sismiche originatesi in un punto più o meno profondo della crosta terrestre o del mantello dove è avvenuta un'improvvisa rottura di equilibrio. Ricerche recenti hanno individuato nel territorio bresciano tre zone di possibile instabilità sismica: Tonale, Lago di Garda e Val Sabbia. Quest'ultima divide il territorio della provincia di Brescia in due zone, quella orientale maggiormente soggetta al fenomeno sismico, e quella occidentale, che non presenta particolari pericolosità. Quanto al Garda sono state riscontrate cinque faglie (ossia fratture o serie di fratture negli strati rocciosi) la più lunga delle quali scorre parallelamente alla costa occidentale del lago, da Riva fino all'entroterra di Portese; da tale località fino a Padenghe ve ne sono altre 3, parallele alla precedente; infine la quinta faglia scorre da S. Vigilio fino al golfo di Desenzano.


Il decreto del Ministero dei Lavori Pubblici n. 91 del 31 marzo 1984 ha elencato come soggetti a sismicità medio-alta i comuni di: Agnosine, Barghe, Caino, Castelcovati, Castrezzato, Comezzano - Cizzago, Gardone Riviera, Gargnano, Gavardo, Paitone, Pompiano, Preseglie, Prevalle, Provaglio Val Sabbia, Puegnago, Roè Volciano, Odolo, Sabbio Chiese, Salò, San Felice del Benaco, Serle, Toscolano Maderno, Treviso Bresciano, Urago d'Oglio, Vallio Terme, Vestone, Villanuova sul Clisi e Vobarno.


Negli ultimi mille anni in provincia di Brescia, come ha sottolineato Giuseppe Berruti "si sono verificati 92 fenomeni sismici aventi magnitudo superiore all'8° grado della scala Mercalli. I fenomeni sismici del territorio bresciano sono causati dal continuo innalzamento delle Prealpi (dal colle Cidneo fino all'Adamello escluso) che è di circa 1 mm all'anno, e dal contemporaneo sprofondamento della Valle Padana. Infatti nel corso delle perforazioni di pozzi, per la ricerca degli idrocarburi, effettuate dall'Agip nel territorio di Borgosatollo, sono state rilevate a 2.750 m di profondità rocce analoghe a quelle costituenti il Picastello". La zona più sismica del Bresciano, quella del Garda, è sempre stata identificata, dalla gente, nella catena del monte Baldo lunga 40 km, mentre il primo terremoto nella zona gardesana sarebbe stato registrato nel 243 o 245 dell'era volgare e sarebbe stato responsabile, come scrive lo Zagatta nella «Cronica della città di Verona», dello sprofondamento nel lago della nobile città di Benaco, che sarebbe esistita poco distante da Toscolano. A questo terremoto il Solitro propende ad attribuire la spaccatura del monte che è alle spalle di Toscolano, che invece altre fonti assegnano ad un terremoto del 1457. Altri terremoti sarebbero stati registrati sul Garda nel 254, 369 e 793 e causarono gravi rovine soprattutto nei paesi che sorgevano ai piedi di Monte Baldo. Il Cavriolo annota che nel 1060 il giorno di Pasqua si verificò un "orribile terremoto" che "commosse tutta la città di Brescia, di maniera che molti paurosi ne vennero fino agli Orzi nuovi e d'altri confidati nel divino favore n'andarono suplichevoli cercando le chiese e monasteri de religiosi...".


Fra quelli più conosciuti in certo qual modo documentati si registrano terremoti nel 1064, nel 1095, nel 1096, nel 1116, del 3 gennaio 1117 (con probabile epicentro tra Venezia e Treviso, ma avvertito in tutta l'Italia Settentrionale) e nel 1118 e registrato negli "Annales Brixiensis" anche come "terraemotus magnus" o secondo i documenti del monastero di S. Pietro di Serle, "maior", così da far intendere che altri movimenti tellurici si erano succeduti. Più terribile dovette essere quello che avrebbe avuto il suo apice nel Natale 1223 (come il Malvezzi e Salimbene de Adam, ma altri si riferiscono all'anno 1222) per durare due settimane, che colpì oltre alla Toscana, la Lombardia e la città di Brescia sconvolgendola secondo le cronache del tempo dalle fondamenta e facendo molte vittime (si è scritto di migliaia) fra le quali "molti eretici". Secondo alcuni studiosi sarebbe stato di poco inferiore a quello che colpì Messina nel 1908, mentre secondo altri studiosi le conseguenze sarebbero state esagerate dai cronisti. Tommaso da Eccleston nella "Cronaca di S. Pietro e altre (Mantovana, Parmense, ecc.)" registra crolli di torri, castelli, case, fiumi usciti dall'alveo, fuga disperata di molti che si salvarono mentre altri per lo shock o l'allegria di veglie stavano a guardare allegramente il crollo degli edifici.


Nei paesi del Garda gravi terremoti si ebbero negli anni 1249, 1277, 1295, 1298, 1309, 1334, 1346. Il Moscardo, poi, ricorda i movimenti tellurici del 1348 e del 1367 che causarono gravi danni e perdite di vite umane. Lo storico, parlando del terremoto del 1457, così scriveva: "Seguirono in questo anno così terribili terremoti che caderono per quasi tutta l'Italia edifici, e particolarmente un monte sopra Salò poco distante dal Lago di Garda s'abbassò, nascondendosi gran parte nella terra". Disastri e qualche vittima, provocò in città il terremoto del 15 agosto 1471 che fu avvertito nella pianura a Pontevico, Verolanuova, Quinzano. Un sisma del 1475 colpì particolarmente Salò e la Riviera dove dal 1457 al 1521 la terra avrebbe tremato 13 volte. Avvertite particolarmente le scosse telluriche del 1477 e del 1478: un "orribile terremoto" scrive il Codagli nella "Storia di Orzinuovi" il 4 giugno 1461, mentre fu particolarmente colpita la città il 26 maggio 1511 con danni al Duomo Vecchio. Le Cronache di Benvenuto Brunelli registrarono il 18 febbraio 1520 «un grande terremoto audito per tutto al bressano tempore noctis»; un altro «non si grande» viene avvertito il 26 febbraio 1521. Mentre sul lago di Garda non si registrarono per parecchi decenni fenomeni di rilievo, a Iseo e sul Sebino si avvertono scosse nel 1521 e, a Brescia, nell'aprile 1523, il 23 marzo 1527, l'1 settembre 1540. Il 22 agosto 1581, si legge nei Diari dei Paratico «tirò un terremotto alle ore 15 molto grande et da lì a poco aparve un vapore igneo con una gran coda et questo verso levante». La terra ritorna a tremare sul Garda con vittime e crolli nel 1603. Un "terribilissimo terremoto in Brescia e nel Territorio che durò lo spazio di un Credo e gettò a terra molti camini e fece aprire diverse case", viene registrato dai "Diari" dei Bianchi sotto la data 10 novembre 1615, seguito da un'altra scossa il 20 novembre alla stessa ora ma con durata più breve. L'evento è ricordato anche dal curato di Lumezzane Pieve, don Paolo Nobili Galli da Soresina, il quale annota sul registro dei battezzati che la notte tra il 9 e il 10 novembre 1615 tra le ore 10 e le 11 "tirò il terremoto" essendo lunedì, venendo "il martedì terribile". Gli stessi Diari dei Bianchi sotto la data 23 marzo 1621 registrano un terremoto "grandissimo" e dura "lo spacio di un Pater Noster così gagliardo che sembrava volesser cadere le case". Sempre i Diari dei Bianchi alla data 6 ottobre 1623 registrano alle ore tre e mezza di notte un terremoto grande che durò quasi un' "Ave Maria tremando notabilmente le proprie grossissime muraglie; qui in Brescia caddero molti camini, patirono diverse case notabilmente e particularmente il coro di S. Domenico". Ad una leggera scossa avvertita il 19 marzo 1628, altra ne succede quasi inavvertita il 4 gennaio 1629. Nel 1695 forti scosse provocarono la caduta di una parte della volta della chiesa parrocchiale di Desenzano. Nel 1703 la terra ritorna a tremare sul Garda e il 24 ottobre 1706 nella pianura.


Nel "Compendio storico" del Costa si legge sotto la data 7 aprile 1747 che «all'ore 22 insorse un terremoto, che in Castello dalla mattina a mezzodì in faccia alla Chiesa di S. Pietro in Oliveto, cioè da RR. PP. Carmelitani Scalzi precipitò l'angolo della fortezza, cioè la copertina della fossa, le mura del primo e secondo recinto, con il torrione chiamato Beccarelli, e il torrione di S. Martino, ora chiamato il torrione coperto, con le mura del terzo recinto, e tutti li terrapieni, e corna ossia gradano del Monte, nel tempo ch'era Rappresentante il Nob. H. Sig. Girolamo Ranier Podestà». Sempre nello stesso Compendio il Costa ha annotato come «il lunedì notte alle ore 9 in punto venendo il martedì li 29 Marzo 1774, venne una gagliarda scossa di terremoto, che fece gran timore a chi l'intese. Nel susseguente giorno 31 di detto mese nel Giovedì Santo all'ora 21 1/2 in circa fecesi nuovamente sentire un'altra scossa più gagliarda della prima, quale fece cadere in terra una balla ch'esisteva sopra una guglia della facciata del tempio de SS. Faustino e Giovita nostri Protettori, e qualche massa de camini facendo grande timore al popolo, e massime ai vicini di detta basilica. Il medesimo ha minacciato ruine a vari paesi del Territorio, cioè in Rovato ha demolito mezza sacrestia della Chiesa dell'Annunciata, ed ha patito in parte la stessa Chiesa, e il Monastero, e sono anche cadute molte masse di camini di detto paese, come pure altri luoghi di detta terra. Parimenti in altre terre di detta Diocesi hanno risentito qualche danno per tal causa, ed ha fatto del timor grande ai paesi tutti. Nel secondo giorno di Pasqua di Resurrezione alle ore 10 si è fatta sentire l'ultima scossa, ma più leggera, né ha fatto alcun danno». Scosse si verificarono a Brescia e sul Garda nel 1774 e sul Garda nel 1783.


Efficace è la descrizione che A. Sangervasio lascia nel 1800 del terremoto del 29 maggio 1799. Scrive: «Resasi l'aria assai pesante, alle ore sette pomeridiane, formossi tutto un istante un vento, che fortemente agitava l'Atmosfera, e preceduta da un cupo spaventoso mormorio sentissi una prima scossa di terremoto; dopo pochi minuti di spaventevole calma un'aria infuocata annunziava la seconda scossa, che all'altra succedette più forte, e terribile. Crollarono varie piccole fabbriche, il terrore occupò tutti i Cittadini, che tremanti e confusi scorrevano desolati le strade, e riempievano l'aria di clamorose e dolenti strida. I fatali effetti d'un tanto flagello più sentire si fecero in Castenedolo, ed a Bottesino Sera, ove si scossero fin dalle fondamenta le più solide abitazioni, e l'altre più inferme caddero, e si apersero le muraglie in sì fatta guisa, che si rendettero inservibili. Era universale la costernazione. Alle ore sette e mezza circa succedette alla funesta calma un fresco vento annunziatore del passato pericolo». Un terremoto il 5 maggio 1802 provocava danni in alcuni paesi e per ringraziare dello scampato pericolo vennero indotte funzioni di ringraziamento. Scosse vengono avvertite nel 1809-1810 e in Valsabbia nel 1826. Forte scossa quella del 6 settembre 1829. Movimenti si ebbero il 13 giugno 1832, il 20 aprile 1833, il 14 febbraio, 24 febbraio e 4 luglio 1834. Scosse in città provocarono il 12 giugno 1836 particolare paura in concomitanza con il diffondersi del colera. Pesante il terremoto in città del 9 agosto 1839. Brescia è poi epicentro di un terremoto avvenuto alle 10 e tre quarti del 5 febbraio 1851 e le scosse vennero avvertite in parte della Lombardia. Una scossa sussultoria si verificò alle 4 del mattino del 2 maggio 1866. Altre sul Garda nel 1866, 1868, 1876, 1877, 1879, 1882. Altre nel gennaio 1891 ma particolarmente preoccupanti furono le scosse in Brescia e provincia la notte tra il 6 e il 7 giugno 1891 che tuttavia non provocarono danni di rilievo. A Desenzano alle ore 17 del 5 gennaio 1892 si ebbero sette terribili secondi in cui la terra tremò per una fortissima scossa prima sussultoria e poi ondulatoria da SE a NO. Il fenomeno si ripetè il 7 e l'11 gennaio, il 15 maggio il 9 agosto e il 17, 18 e 22 settembre, il 21 novembre e 20 dicembre. Gravissimi furono i danni anche a Salò. Grande spavento e pochi danni provocarono in città e in gran parte della Provincia le violenti scosse succedutesi il mattino del 27 novembre 1894. Moti ondulatori vennero avvertiti specie sulla Riviera del Garda il 14 aprile 1895. Fra i più pesanti terremoti è da registrare quello che il 30 ottobre 1901 alle ore 15.49'.56" colpi Salò e dintorni. Una vittima sola e un solo ferito ma ingenti i danni specie sul lungo lago (v. Salò). Danni seri sono registrati a Campoverde, Volciano, Puegnago, S. Felice del Benaco, ecc.


Il ripetersi di fenomeni tellurici e assieme l'avanzamento degli studi sismologici aveva spinto nel 1880 il prof. Pio Bettoni ad aggiungere all'Osservatorio meteorologico un Osservatorio geodinamico (v.) (poi diventata Stazione Sismica Pio Bettoni) dopo il terremoto del 30 ottobre 1901. Ad esso si affiancherà anche l'Istituto di geofisica di Desenzano. Panico seminò il terremoto specie sul Garda il 30 ottobre 1906. Particolarmente violenta la scossa che colpì la Valtenesi oltre che Desenzano e Salò la vigilia di Natale del 1909. Una scossa di terremoto accompagnata da un temporale mise in allarme la popolazione della città e della provincia alle ore 16,50 del 3 aprile 1911. Scosse si ripeterono specie sul Garda ma anche nella zona più settentrionale del Bresciano, per tre volte nel 1914: il 26 luglio, il 28 ottobre e il 14 novembre (4° grado Mercalli). Altre ancora il 24 aprile 1918 (3°-4° grado Mercalli) e nel novembre 1919. Nell'estate caldissima del 1921 si ebbero scosse sul lago di Garda e in Valtenesi. Panico seminarono segnali di terremoto specie in Valcamonica e in Valsabbia il 16 aprile 1931. Leggeri furono quelli del 20 febbraio 1932 sul Garda e del 7 giugno 1937 in Valcamonica. Dopo 10 anni momenti di apprensione si verificarono particolarmente in città e sul lago di Garda alle ore 21,43 del Natale 1947. Dal 1950 al 1980 non mancarono lievi e frequenti scosse che hanno avuto come epicentro Tignale (1950 - 5° grado), Cividate Camuno (1951 - 4,5 gradi), Molinetto (1952 - 5° grado), Salò (1952 - 4° grado), Giogo di Bala (1952 - 6° grado), Calvagese (1957 -1,4 gradi), Villa Carcina (1959 - 2°), Vobarno (1960 - 6°), Lavenone (1960 - 5°), Lonato (1969 - 3,5 gradi), Gavardo (1970 - 4° e 6°), l'Adamello (1976 - 3,5 gradi), Chiari (1976 - 3,5 gradi), Sale Marasino (1976 3°), Limone (1976 - 6°), Zone (1977 - 3,5 gradi), Gargnano (1977 - 2°) e Pertica Bassa (1979 - 2°). Tra queste scosse seminarono particolare panico sulla Riviera del Garda quella di 5° grado delle ore 3,30 del 19 febbraio 1960. Avvertito con una lunga linea dall'Osservatorio di Salò, il terribile terremoto del Friuli del 6 maggio 1976. Una magnitudo di 3-4 gradi venne registrata soprattutto sul Garda alle 6,24 del 14 dicembre 1976 con lesioni al Duomo di Salò. Oscillazioni si verificarono alle 15,45 del febbraio 1979. Per tre lunghi secondi la terra tremò alle 15,43 del 3 luglio 1984 con epicentro in Valtrompia. Del 7° grado Mercalli venne valutato il sisma verificatosi nell'Alto Garda alle 12,23 del 24 maggio 1987 con epicentro localizzato fra la Valvestino, Tignale e Tremosine. La terra tremò il 28 maggio 1994 in Valcamonica, nel luglio 1997, il 4 giugno 1998, il 16 luglio 1999 sul Garda.


Progressi continui ha fatto lo studio dei fenomeni tellurici sfociato nella creazione di una rete sismometrica dell'Istituto di Geofisica e Bioclimatologia Sperimentale di Desenzano. Altrettanti progressi ha fatto l'intervento del Pronto Soccorso e della Protezione Civile in casi di terremoti. Nei terremoti più disastrosi come ad esempio quello del Friuli del 1976 è emersa sempre di più la generosità degli alpini. Nel 1999 erano 42 i Comuni nel Bresciano classificati a rischio sismico secondo una lista della Protezione Civile: Agnosine, Barghe, Brescia, Caino, Capovalle, Castelcovati, Castrezzato, Comezzano-Cizzago, Gardone Riviera, Gargnano, Gavardo, Lavenone, Limone, Magasa, Odolo, Orzinuovi, Orzivecchi, Paitone, Pertica Alta, Pertica Bassa, Polpenazze, Pompiano, Preseglie, Prevalle, Provaglio Valsabbia, Puegnago, Roccafranca, Roè Vociano, Rudiano, Sabbio Chiese, Salò, San Felice del Benaco, Serle, Toscolano Maderno, Tremosine, Treviso Bresciano, Urago d'Oglio, Vallio Terme, Valvestino, Vestone, Villanuova sul Clisi, Vobarno.