TADINI Luigi

TADINI Luigi

(1751-1829). Di Crema. Conte. Di lui il Terni scrisse: "Nell'anno 1780 il signor Luigi Tadini, bastardo, fu aggregato al nostro Consiglio per Grazia. Era un personaggio di illimitata vanità e cercò di far parlare in ogni modo di sé, recitando in opere buffe, tentando un'ascesa in mongolfiera nel 1784, scrivendo versi (il poemetto eroicomico "Ricciardetto ammogliato"), salmi, canti ed inni cristiani posti in musica popolare dai Maestri Cazzaniga e Pavesi perché «pigliassero luogo fra il popolo a sconce canzoni», a quanto si legge nei Commentari dell'Ateneo del 1803". Ornò il suo palazzo di splendide opere d'arte e vi ricevette artisti e letterati, tra cui il sacerdote Bartolomeo Bettoni, noto per avere scritto una storia di Crema. Al ritorno del governo imperiale il Conte Tadini voleva fare omaggio del sopraddetto manoscritto del Bettoni a Francesco I. Era intenzione del Tadini adoperare, quale tramite, il Municipio di Crema che si rifiutò ritenendo che l'opera manoscritta fosse priva di valore storico. Il Conte, sdegnatosi, beneficiò nel suo testamento il Comune di Lovere. Nel 1799 morì l'unico suo figlio Faustino e in sua memoria il Conte commissionò al Canova un bellissimo monumento posto nell'Oratorio annesso a Casa Tadini in Lovere, dove provvide a una sontuosa sepoltura per sé e per la moglie Libera Moronati. Tra il 1821 e il 1826 fece costruire a Lovere, su progetto dell'architetto modenese Sebastiano Salimbeni, il palazzo neoclassico (dove trasferì da Crema tutte le sue collezioni d'arte) ora sede dell'Accademia delle Belle Arti istituita dal Tadini nel 1828. Morì nel 1829 lasciando erede il Conte Faustino Vimercati Sanseverino che aggiunse ai suoi il nome Tadini. Lasciò la sua casa, la pinacoteca e una somma per sovvenzionare una scuola di musica e di disegno al municipio di Lovere. Fu socio dell'Ateneo di Brescia. Arma: "d'argento allo scaglione di rosso accompagnato da tre castelletti torricellati di due dello stesso, aperti del campo, al capo di impero".