SOMMOLAGO

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SOMMOLAGO

Vasto territorio che oggi indica il territorio trentino circostante Arco e Riva ma che secondo il Mommsen e altri studiosi indicò il territorio dell'Oltresarca e quello finitimo delle Giudicare che sarebbe stato compreso nella circoscrizione del Municipium bresciano. Anche ecclesiasticamente il Sommolago fu, almeno in parte, nell'ambito bresciano, come suggeriscono molte dedicazioni di chiese. La prima menzione del Summus Lacus è del 771 in una permuta del monastero di S. Giulia con un prete di Gossenago, mentre è nel 927 che in un codicillo del testamento del vescovo Notkero di Verona, si accenna alle "judicarie Summa Lagaeus" con un vastissimo ambito comprendente l'attuale Val Giudicarie. Territorio vastissimo che da Tignale, sul Garda, passando a N del Lago d'Idro doveva seguire presso a poco lo spartiacque Chiese-Caffaro, salire all'Adamello, arrivare alla testata della Val Rendena, scendere fin poco sotto il Lago di Molveno e proseguire su Vezzano (terra della giudicaria), per poi piegare a S lungo lo spartiacque verso l'Adige fin presso a Loppio, e di qui riguadagnare il Benaco. Per Carlo Guido Mor comunque il Sommo Lago è «probabilmente, il nucleo generatore della "judicaria" bresciano-trentina, e si accentra in quella corte regia di Riva, che Berengario imperatore donò, negli ultimi anni del suo regno, alla seconda moglie, Anna, e che questa si fece poi confermare nel 936 da re Ugo. Di questa corte - che evidentemente comprendeva tutto l'originario Summus Lacus - il ricordo non si perdette così facilmente: ancora nel 1274 il servizio militare di quei di Riva, da compiere a proprie spese, era limitato a queste località: Rovera de Nacu (Nago), ad lavinum de Drena (Drena, a S del lago di Cavedine), ad lavinum de Pranz (Pranzo, poco ad O di Tenno), ad Ponalum (Ponale, cioè fino al Lago di Ledro)». Estendendosi a S tra Lazise e Gossolengo lungo la costa del lago, la giudicaria longobarda veniva poi a contatto con la giudicaria sirmionese nella zona tra Peschiera e la Lugana. Oltre il monastero S. Giulia, nella regione ebbe proprietà, come dimostra un diploma del 958 di Berengario, il monastero di Leno.