SOLERA Giuseppe

SOLERA Giuseppe

(Campagnano, 1 maggio 1757 - Brescia (?) 1845). Dal 1776 al 1783 fu impiegato a Milano presso l'Ufficio pretorio e del Capitano di giustizia, conseguendo, il 19 aprile 1783, l'abilitazione al notariato. Aveva poi tenuto, dal 1783 al 1796, uffici giudiziari a Lecco, a Menaggio, a Porlezza, a Codogno. Fu poi nel Comitato di alta polizia di Lodi nel 1797, in quello di Brescia nel 1798, e infine giudice del maleficio a Bergamo, fino all'invasione austro-russa. Profugo con due figli durante i 13 mesi dell'occupazione, nel settembre 1801 tornò giudice al Tribunale criminale di Bergamo che lo scelse trai rappresentanti della magistratura alla Consulta di Lione. Qui fu ascritto al Collegio elettorale dei Dotti. Dopo Lione continuò nell'ufficio di giudice a Bergamo fino al settembre 1803, poi a Brescia fino all'aprile 1804; infine a Verona fu pretore criminale. Fu nominato nel 1807 giudice della Corte di Giustizia di Brescia. Qui entrava sulla Loggia Massonica Amalia. Nel 1818 in occasione della riforma giudiziaria austriaca fu collocato a riposo. Visse ancora a Brescia e morì nel 1845 in tempo per seguire le vicende del figlio Antonio (v.), condannato a morte e poi a 20 anni di carcere allo Spielberg per cospirazione contro lo Stato ma liberato nel 1828. A Brescia visse anche l'altro fratello Rinaldo, capitano di cavalleria, membro della Loggia Massonica Amalia, sorvegliato dalla polizia austriaca che nel 1822 lo diceva chiacchierato per le sue imprese amatorie, ma che prestò tutto l'aiuto possibile al fratello Antonio e alla sua famiglia.