SILVA Gio. Dom., ditta

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SILVA Gio. Dom., ditta

Ditta per il commercio di filati e tessuti per l'abbigliamento, l'arredamento, drapperie, tendaggi, tappeti, biancheria e coperte fondata da Giovanni Domenico Silva (v.) nel 1792, in Brescia, sotto i portici di via Dieci Giornate (allora Portici di via Spaderie) all'incrocio con via Trieste. Risale al 1828 il primo documento della ditta Silva rilasciato dal Distretto I della R.Città di Brescia per il diritto di patente per esercitare il commercio di mode. Fra i clienti più assidui del negozio, oltre ai viaggiatori della Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia e Oltralpe, vi fu anche la santa Di Rosa (Maria Crocifissa di Rosa, v.) che fece numerose ordinazioni per le Ospitaliere. Nel Novecento tra i clienti figurarono anche Gabriele D'Annunzio, la principessa Ruffo di Calabria. La ditta fu poi continuata dal figlio Giuseppe Antonio (v.), quindi dal pittore e commerciante tessile Francesco Rovetta (v.) che ne aveva sposato l'unica figlia, Marietta. Francesco Rovetta nel 1908 fabbricò il nuovo negozio Silva, su progetto dell'arch. Tombola, nella stessa posizione del precedente, acquistando la casa vicina e per la prima volta innalzando, non senza vivaci contrasti, l'altezza dei portici, ed unificò le due ditte (la "Rovetta" e la "Silva") sotto la sigla "Silva Gio.Dom.". L'azienda fu poi diretta dai figli Federico e Antonio (v.) che unirono al commercio al dettaglio anche il commercio all'ingrosso e curarono particolarmente i tessuti d'alta moda ed i tessuti artistici per tappezzerie che furono anche esportati. Alla V Triennale di Milano (1933) la ditta si segnalò per gli arredi forniti per l'addobbo della "Casa del conduttore di fattoria", allestita da un gruppo di architetti bresciani nel parco di Milano. Particolare sviluppo ebbe il settore dei paramenti liturgici, iniziato da Antonio Rovetta, su suggerimento di p. Giulio Bevilacqua, già verso la fine degli anni Trenta. I paramenti erano prodotti su scala semiartigianale sia con disegni tradizionali che con nuovi disegni eseguiti su cartoni del pittore Vittorio Trainini ed alcuni anche dal giovane Francesco Rovetta. La ditta vinse a Roma il concorso dei nuovi damaschi della Basilica di S. Pietro con duemila metri di damasco in cui sono riprodotte, su disegno del 1943 del pittore Trainini, le figure di tre angeli espressivi che reggono la tiara e lo stemma di Pio XII. I damaschi, in sostituzione di quelli che papa Alessandro VII volle al tempo del Bernini per ornamento della basilica, suscitarono ammirazione nei fastosi riti dell'Anno Santo 1950 per la perfetta ambientazione e armoniosa composizione. I broccati tessuti a mano della ditta Silva furono pubblicati da R. Aloi in "Esempi di decorazione moderna di tutto il mondo. Arte e arredi sacri" (Milano, U.Hoepli, 1950). Nel 1945 era stata ricostruita la parte di negozio su via dieci Giornate distrutta da un bombardamento aereo durante la guerra. Dopo la morte di Antonio (1951), la ditta fu continuata da Federico e dai figli di Antonio: Giuseppe, Camillo, Francesco e Lodovico finché, ritiratisi progressivamente dall'attività i fratelli, la gestione fu continuata da Giuseppe fino al 31 dicembre 1967, data di cessazione dell'attività. L'immobile fu acquistato da Pietra. Ristrutturato, fu adibito ad uffici del Credito Agrario Bresciano.