SAVOIA, Casa
SAVOIA, Casa
Rari i rapporti politici, culturali, militari fra Brescia e i Savoia. Di un certo rilievo quelli di carattere commerciale specialmente per quello delle armi. Infatti fin dagli inizi del '500 i Savoia, e più precisamente da parte di Carlo II nel 1504, acquistarono armi bresciane. Armi acquistarono nel 1584 e nel 1605 Carlo Emanuele I dai fratelli Rombardi; nel 1625 Andrea Martinengo forniva ai Savoia tremila fanti; fra il 1632 e il 1635 Vittorio Emanuele I acquistava da Paolo Chinelli 2000 moschetti e 1000 spingarde. Sulla fine del '600 esuli maestri armaioli di Gardone V.T. fra i quali i Cominazzi lavorarono per conto di Vittorio Emanuele II. Altre forniture i maestri bresciani offrirono nel 1706, nel 1727, nel 1731 anche di contrabbando. Ultima ordinazione del regno sardo a Gardone furono 6000 moschetti di tipo austriaco, detti Maria Teresa, eseguita nel 1784.
AMEDEO (1845-1890) Duca d'Aosta. Figlio del Re Vittorio Emanuele II, ferito nella battaglia di Custoza del 24 giugno 1866, fu trasportato a Brescia nel palazzo Salvadego in via Dante, residenza del suo Aiutante di Campo Conte Bernardo Salvadego Molin. Una lapide sulla facciata, prima del bombardamento del 1945, ne ricordava l'evento, con le parole «AMEDEO DI SAVOIA DUCA D'AOSTA / FERITO NELLA BATTAGLIA DI CUSTOZA / MENTRE ANIMOSO AFFRONTAVA IL NEMICO / FU CON REVERENTE AFFETTO ACCOLTO / IN QUESTA CASA / 24 GIUGNO 1866».
CARLO ALBERTO Savoia Carignano (1798-1849). Re di Sardegna. Fu a Brescia nell'aprile 1848. Il 29 agosto 1848 esprimeva in una lettera al generale Giuseppe Da Bormida ministro della guerra, l'idea di dedicare un reggimento di Cavalleria a Brescia «parce que cetre ville s'est si excessivement bien montré en notre faveur...».
EMANUELE FILIBERTO di Savoia (1528-1580). Ebbe rapporti con Brescia e nel maggio-giugno 1574 viaggiò nel Bresciano. Dopo aver sostato a Soncino il 31 maggio il 1° giugno fu a Brescia, ospite in Broletto e il 2 giugno fu a Desenzano e infine a Peschiera, dovunque onorato con grandi feste e con esecuzioni musicali di cui il Duca era fine intenditore. Ad Emanuele Filiberto Agostino Gallo dedicava nel 1566 la terza edizione delle sue "Giornate della vera agricoltura...". Del resto il duca aveva, due anni prima, concesso al Gallo gli abituali privilegi editoriali perché sapeva unire «le due honoratissime professioni della milizia e del culto de' campi». Il castello dei Martinengo di Villa Chiara, appartenente al prode Marcantonio che aveva militato giovinetto in Piemonte e che in onore del Duca aveva battezzato col nome di Filiberto il suo primogenito avuto da Paola Martinengo Colleoni, si era trasformato intorno al 1588 in un sicuro ospizio dei corrieri diplomatici - che spesso erano spie politiche belle e buone - dei Savoia verso Venezia. Si sa, infatti, che numerosi bresciani che militavano negli eserciti di Emanuele Filiberto e di Carlo Emanuele I (1580-1630), raggiungendovi altissime cariche, furono insigniti di onorificenze, lautamente stipendiati, mentre il Duca di essi si valeva per i suoi complessi maneggi diplomatici.
EUGENIO (Parigi, 1663 - Vienna, 1736). Condottiero di eserciti al servizio dell'Impero. Nel 1701 al comando delle truppe imperiali nella guerra di successione spagnola fu mandato ad occupare la Lombardia. Calato dalla val d'Adige, superato il Mincio avanzava su Lonato, e dopo aver arrecato danni e saccheggi ovunque puntava su Chiari dove assalito dalle truppe franco-spagnole comandate dal gen. Villeroy (1 settembre) e penetrato di sorpresa in Cremona (1 febbraio 1702) prese il Villeroy prigioniero. Il 15 agosto combattè con esito incerto il Vendóme a Luzzata nel Reggiano, rimanendo padrone del campo. Tornato a Vienna per sollecitare rinforzi, ebbe il comando supremo in Ungheria, ove seppe domare i ribelli (1703), e ottenne la nomina a presidente del Consiglio aulico di guerra. Nel 1704 tenne il comando dell'esercito del Reno e, in unione con il generale inglese Marlborough, preparò la vittoria di Hochstädt (12 agosto). Intanto Vittorio Amedeo II, che era passato dalla parte dell'Austria, si era trovato solo contro i Francesi: e questi poterono occupare tutte le fortezze del Piemonte, eccetto Torino, Chivasso, Cuneo e Verrua (1704). Nel 1705 il principe fu rimandato in Italia per soccorrere il Duca di Savoia. Nell'aprile 1705 improvvisamente compariva a Salò ponendovi il quartiere generale, dopo averlo trasferito a Gavardo. Il 21 giugno si metteva in movimento per raggiungere Nave. Il 2 luglio era a Palazzolo ma il 16 agosto veniva battuto a Cassano d'Adda dal Vendóme e poi ancora a Calcinato il 19 aprile 1706 finché si trasferiva con le sue truppe in Piemonte combattendo a Torino, nei Paesi Bassi e altrove.
FERDINANDO di Savoia (1884-1965). Duca di Genova, fu ospite a Brescia il 9 settembre 1937 in occasione del Centenario dell'Istituto Ittiogenico di Brescia, in qualità di Presidente del Consorzio Nazionale della pesca.
IOLANDA. Nel 1922 rimase a Brescia tre giorni dal 13 al 15 ottobre ospite del conte Federico Bettoni in via Marsala e visitò la città. Partecipò a Lonato alla caccia alla volpe. Fu inoltre a Iseo e altrove. Il 18 settembre 1925 tornò a Brescia per i funerali del cognato conte Vittorio Calvi di Bergolo e fu ospite nel castello di Drugolo dei nobili Averoldi. Ancora nel 1951 fu ospite a Dusano di Manerba dei conti Guarienti.
LETIZIA di Savoia Napoleone (1866-1926). Duchessa d'Aosta, soggiornò a Brescia dal 31 agosto al 5 settembre 1904, ospite nel palazzo Bettoni in via Marsala, per assistere al Circuito Automobilistico di Montichiari, per visitare i Musei di Solferino e S. Martino e inaugurare l'Esposizione di Arte Sacra nel Duomo Vecchio di Brescia. Dal 30 agosto al 3 settembre 1907 ritornò a Brescia per assistere al Circuito Automobilistico di Brescia. Altro soggiorno dal 15 al 19 settembre 1909.
MARGHERITA di Savoia (1851-1926). Regina d'Italia, col marito Umberto I e il figlio Vittorio Emanuele, allora Principe di Napoli, visitò ufficialmente la città di Brescia dal 12 al 13 settembre 1878, ospite nel palazzo Fenaroli, ora Bettoni, in via Marsala, e ivi pernottò. Con Umberto I visitò la città il 14 settembre 1878, partendo il 15 per Verona e Mantova. Il 4 luglio 1905 proveniente da Venezia sostò la notte a Sirmione raggiungendo in automobile Pontevico per far colazione nel palazzo Geroldi-Forcella per poi proseguire per Cremona per visitare il vescovo mons. Geremia Bonomelli e l'Ospedale dei Bambini. Fin dal settembre 1875 alla principessa veniva dedicata su sollecitazione del prefetto la strada Pontedilegno-Tonale.
UMBERTO I (1844-1900). Re d'Italia, allora Principe di Piemonte, soggiornò a Brescia dal 5 al 6 maggio 1863, ospite del Conte Gerolamo Fenaroli, Comandante della Guardia Nazionale, passando in rivista le Truppe della Guardia Nazionale, poi ricevendo gli onori delle autorità civili, ecclesiastiche, militari e giudiziarie della città e assistendo ad una rappresentazione al Teatro Grande. Il 24 giugno 1870 inaugurava, a S. Martino, gli Ossari. Dal 12 al 13 settembre 1878, in qualità di Re d'Italia, colla moglie Regina Margherita e il figlio Vittorio Emanuele, Principe di Napoli, soggiornò a Brescia di passaggio durante la visita ufficiale di Brescia, Verona e Mantova. Per la terza volta, ritornò a Brescia dal 30 luglio al 3 agosto 1890 accompagnato dal figlio Vittorio Emanuele, ospite del Sindaco di Brescia Conte Francesco Bettoni nel palazzo di via Marsala, e compiendo una visita allo Stabilimento Metallurgico Tempini e Mussato-Cerasi, al Tiro a Segno, alla Corsa dei cavalli a Porta Trento, allo Stabilimento Glisenti di Villa Carcina e alla rappresentazione dell'opera "Re di Lahore" al Teatro Grande. Il 25 agosto dello stesso anno assisté alle Grandi Manovre dell'Esercito che si svolsero nella pianura di Ghedi. Il 24 giugno 1893 con la Regina Margherita era a S. Martino per inaugurare la Torre.
UMBERTO II (1904-1983). Principe di Piemonte e re d'Italia, allora in qualità di Principe di Piemonte, fu a Brescia il 22 giugno 1924 per assistere ai festeggiamenti organizzati per il 75° Anniversario delle X Giornate. Il 31 agosto 1926 in forma privata passò in città in viaggio dall'Alto Adige e prese il treno a Brescia. Il 24 aprile 1929 passava in incognito su un treno ordinario. L'11 maggio 1930 inaugurava a Salò il monumento ai caduti. Il 4 ottobre 1932 con la principessa Maria Josè era ospite di D'Annunzio al Vittoriale. Il 10 settembre 1933 inaugurava al Cimitero Vantiniano l'Ossario dei caduti e il monumento ai Lupi di Toscana, il 3 marzo 1938 tornò a Brescia per visitare lo Stabilimento della Metallurgica Bresciana, già Tempini. Tornò di nuovo il 7 dicembre 1938 per visitare gli stabilimenti Breda e Tempini e ispezionare il 77° Reggimento Lupi di Toscana. Inoltre in viaggio per Verona, sostò a Manerba in visita al poligono di tiro della "Breda". Nel settembre 1940 assisteva ad esercitazioni sull'Oglio di truppe del genio pontieri. Il 31 del mese era in Valsabbia e in particolare a Odolo per ispezionare truppe di fanteria e visitare officine fra le quali quella di Giacomo Oliva.
MARIA JOSÈ n. principessa del Belgio (1906 - vivente). Principessa di Piemonte, fu ospite a Brescia il 12 aprile 1941, in qualità di Presidente della Croce Rossa Italiana, in occasione delle solenni onoranze funebri alle "sorelle" Federici e Sechi, infermiere sulla nave ospedale Po, affondata per un bombardamento aereo.
VITTORIO EMANUELE II (1820-1878). Re d'Italia, alle ore 10 del 17 giugno 1859 entrava a Piazzale Garibaldi e si recava a palazzo Valotti in corso Magenta; intanto dai Campi di Magenta e Melegnano, muoveva con l'Imperatore Napoleone III ai Campi di Solferino e S. Martino e fu ospite a Brescia dal 17 al 30 giugno 1858 nel palazzo Fenaroli poi Bettoni. Alla sua morte gli vennero dedicate le prime case operaie di Brescia sorte nella via Patrioti già via Re Galantuomo e poi via Vittorio Emanuele II con la seguente iscrizione: «Nei memorati giorni di lutto nazionale - per la morte di - Vittorio Emanuele II - che restituiva la Patria nel suo diritto - Brescia in attestazione di grato animo - convinta come per l'opere benefiche - le libertà civili si affermino - queste prime case dell'operaio erigeva. Deliberazione del Consiglio municipale - 28 gennaio 1878».
VITTORIO EMANUELE III (1869-1947). Re d'Italia, fu a Brescia il 29 maggio 1904 per l'inaugurazione dell'Esposizione Bresciana e l'Esposizione Agricola in Castello. Visitò la tomba di Zanardelli al Vantiniano e fu ospite, col suo seguito civile e militare, presso il sindaco Federico Bettoni in via Marsala. Nel 1906 fu presente alle grandi manovre. Il 25 giugno 1909 fu presente a S. Martino e Solferino per il 50° della battaglia. Il 20 settembre 1909 assisteva al Circuito Automobilistico di Brescia e all'Inaugurazione del monumento a Giuseppe Zanardelli dello scultore Calandra. Il 4 settembre 1921 assisteva al Circuito Automobilistico Bresciano di Ghedi (Gran Premio Italia) e visitava la Pinacoteca Tosio Martinengo, assisteva al Concorso Ippico allo stadio della Soc. "Gymnasium" e allo spettacolo al Teatro Grande. Nel settembre 1922 fu a Pontedilegno e al Tonale. Nel 1923 fu in Valcamonica dopo il crollo della diga del Gleno. Dal 21 al 25 agosto 1931 soggiornò a Malonno, presenziando ad esercitazioni militari organizzate tra l'Alta Valcamonica e la Valtellina.
VITTORIO EMANUELE di Savoia Aosta (1870-1946). Conte di Torino. Il 21 marzo 1906 assiste all'Inaugurazione dello Stendardo del Reggimento Piemonte Reale Cavalleria di guarnigione a Brescia nella Caserma di Cavalleria in via Calatafimi.
Tra i Savoia che frequentarono il Bresciano vi sono il Duca di Pistoia FILIBERTO LODOVICO e il Duca di Bergamo ADALBERTO che frequentarono durante la I guerra mondiale la scuola mitraglieri di Brescia.