PELER, Pelerì, Peleròt
PELER, Pelerì, Peleròt
Vento impropriamente detto di tramontana con origine a N di Riva dalla valle del Sarca si dirige a S e più precisamente da NE a SSO assorbendo i "vent de mut" delle valli circostanti il lago. È periodico e costante con tempo stabile. Soffia sempre partendo dall'alto lago e via via con maggiore intensità dal levar del sole fino a mezzogiorno. E la brezza che si contrappone a l'Ora (v.). Se si alza fuori orario, il tempo può peggiorare. A quanto scrive Duilio Allegri «si esaurisce investendo la Baia del Vento (prospiciente l'Isola di Garda), rompendosi contro la Rocca di Manerba e a volte anche contro la Penisola di Sirmione (in quest'ultimo caso non è esclusa la comparsa del maltempo entro 24 ore), dove si divide in un flusso che raggiunge Desenzano (località verso la quale più di frequente sospinge solo l'onda morta) e in un altro flusso che si porta a oriente della penisola per un breve tratto». È detto Pelér perchè quando rinfresca o rinforza oppure raffica, pela l'onda, ne disperde la cresta (Scorsaröl, termine raro, ha lo stesso significato); è detto anche Suér o Sóver, poiché viene da Sévra, da sopra, cioè da N; Vento è chiamato dagli abitanti di Riva e dintorni e comunque mai in paesi situati a sud del medio lago. E Vento rimane anche quando presenta variazioni di una certa entità. Nella brutta stagione il vento da N si fa più forte e può portare con sé del nevischio: allora i rivani lo chiamano Vènt dè Fiòca e anche Vènt Gross. Se è poco intenso viene chiamato anche Pelerì e quando è forte Peleròt. È considerato il principe dei venti del Garda. L'equivalente sul lago d'Iseo è il «vet» o «vento».