PAGANORA, piazzetta, porta, via, volto

PAGANORA, piazzetta, porta, via, volto

La via attuale va dal lato S di Piazza Paolo VI (già Piazza del Duomo) chiamata via Trieste (già via del Gallo o del Volto del Vescovado) dirigendosi a SO per sfociare attraverso ad un volto posto sotto la Torre Paganora nei portici di via Dieci Giornate (già via delle Spaderie). Comprende una piazzetta che non ha un nome proprio ma che per Franco Robecchi è "uno dei luoghi incantati di Brescia antica, nel silenzio di un'isola appartata dai traffici della città odierna". Ad ovest la via è affiancata dalla sede della Banca Credito Agrario, sorta, su progetto di Antonio Tagliaferri e Camillo Arcangeli, agli inizi del sec. XX sull'ex palazzo Bevilacqua e già Negroboni, di cui rimangono alcuni elementi della ricostruzione del '600. Ad est, all'angolo con via Trieste la via è affiancata dall'albergo Gallo, sorto sull'antico stallo del Pavone, per cui il primo tratto a sud era detto nell800 vicolo del Gallo ed era molto più stretto dell'attuale. A sud c'era la bella fontana lavatoio eretta alla fine del sec. XVI. Seguiva il vicolo S. Margherita che raggiungeva il volto detto ancora di Paganora sormontato dalla torre omonima che sbuca ancora sotto i Portici di via Dieci Giornate. Il nome deriva dalla porta così chiamata secondo qualcuno perchè dava sulla campagna cioè sul pagus romano, secondo altri perchè i contadini furono fra gli ultimi a convertirsi al Cristianesimo. Ottavio Rossi, nel '600, accenna ad "una piazza dei contadini hora detta Paganora". In effetti fuori porta, un po' più a NO, sorgevano gli "horrea", cioè i magazzi del grano, di cui vennero scoperti i resti negli scavi per costruire Piazza Vittoria nel 1929-1930; e all'interno della porta esisteva un grande fondaco, cioè i magazzini.


Sebbene Paolo Guerrini abbia pensato che la porta sia stata aperta dai Longobardi per facilitare il loro accesso alla città dal loro quartiere, la Porta dovette già esistere ai tempi di Roma come suggeriscono le molte lapidi ora affisse sugli edifici meridionali di piazza della Loggia. Nel 1981 poi in lavori eseguiti nelle abitazioni adiacenti alla sede del Credito Agrario Bresciano emersero nei sotterranei, in corrispondenza della cinta delle mura più antiche, i resti di una strada romana. Dalla strada partivano le vie che conducevano nella pianura medio-occidentale verso il Pagus Farraticanus, Quinzano e Cremona, e verso Torbole, Orzivecchi, Crema e Lodi. La porta faceva da cerniera alle mura che provenienti dal Castello raggiungevano porta Torrelunga, via Tosio, via Antiche Mura, corso Zanardelli. La Porta rimase anche dopo l'abbattimento avvenuto nel 1435 delle mura fra la porta stessa e quella di Torrelunga. Sulla porta venne eretta, a quanto pare nel sec. XII, una torre che è ancora visibile da via IV novembre e che venne mozzata nel 1484, usando i materiali ricuperati per edificare il lato sud di Piazza Vecchia o della Loggia poi chiamato Monte Vecchio e le Prigioni, in luogo di botteghe distrutte da incendi ed eventi bellici. Nell'edificio vennero anche inserite molte lapidi ricuperate a Porta Paganora. La porta era sopraelevata: ancora oggi la piazzetta è ad un livello superiore a quello di piazza del Duomo e, varcata questa, si degradava verso sud. C'è infatti chi ancora la ricorda in salita e chi ha assistito nel 1915 a degli scavi nel suo versante meridionale, scavi che misero alla luce degli affreschi, segno che ad un livello inferiore la piazzetta era abitata. Davanti ad essa correva il fossato che accompagnava all'esterno le antiche mura cittadine; poi riempito, su di esso vennero edificati i Portici. Fuori la porta, a distanza di un centinaio di metri, nei sec. IV-V venne eretta forse dal vescovo S. Ottaziano, la diaconia di S. Lorenzo, l'attuale parrocchia. A pochi metri dentro la porta sorse la chiesa di S. Margherita, appartenente al Capitolo della Cattedrale e citata la prima volta in una bolla di Eugenio III del 9 settembre 1148. La chiesa, retta nel 1410 da una confraternita, venne poi in parte demolita e poi abbandonata ed infine ricuperata nel 1992. Vicina era la chiesa di S. Giacomo, in parte assorbita nel Teatro Grande come saletta per il gioco delle carte.


Verso la fine del sec. XII vi è il primo ampliamento documentato delle antiche mura della città romana: l'andamento nuovo di esse è ancor oggi bene identificabile, salvo che nella parte a nord. Lasciando inalterato quello antico nella parte ad oriente e a mezzogiorno, le mura si staccavano dalla cerchia romana a sud di porta Paganora (che da porta esterna divenne passaggio interno perdendo ogni sua funzione) e con andamento rettilineo proseguivano verso occidente.


Sul volto della porta venne eretta nel sec. XII una torre chiamata Torre di porta Paganora, tuttora visibile da via IV Novembre. Come si è accennato, la porta venne abbassata nel 1484 ed i materiali usati per gli edifici a sud di piazza Vecchia o della Loggia. Una fra le ultime sistemazioni del volto della porta Paganora venne decisa dalla giunta municipale il 30 maggio 1916, con l'eliminazione di vespasiani che costituivano uno vero sconcio. L'area della via e della piazzetta subì diverse trasformazioni; quella settentrionale venne poi occupata dalla canonica del Duomo, cioè dalle residenze dei canonici, con relativi stalli e ortaglie. La zona fu, specie nel medioevo, sede di intensa attività artigianale. Qualcuno ha anche pensato sia stata scelta nel sec. XII dagli Umiliati, come sede della lavorazione della lana. Sotto Bernabò Visconti, nel 1363, da Porta Paganora vennero innalzati verso sud ovest due lunghi e robusti muraglioni paralleli, aperture che costituivano un corridoio di accesso dalla Cittadella Nuova che divideva in due il centro della città e raggiungeva il forte detto della Garzetta, una massiccia fortezza quadrata a fianco della porta di S. Lorenzo. L'andito venne ricostruito di nuovo nel 1425 da Filippo Maria Visconti, quando vennero rinforzate anche le mura da porta Bruciata e porta Paganora. Vi fu chi avanzò l'ipotesi che con l'area di Paganora coincidesse quella del Serraglio (v.). In luogo, agli inizi del sec. XVI venne aperta una polveriera, esplosa nel 1528, ed uno stallo che diede poi il nome, con il cortile, alla Corte de' Cavalieri, legata alla stazione dei corrieri. Sulla piazzetta Paganora ed adiacenze doveva sorgere nel sec. XVI la nuova cattedrale di Brescia, il cui progetto venne affidato nel 1531 ad Agostino Castelli. Dal 1633 alcuni fabbricati e terreni, specie a sud della zona, vennero assegnati all'Accademia degli Erranti, fondata nel 1619, che vi eresse la sua sede, dalla quale si svilupperà poi con numerose modifiche il Teatro Grande. Per ampliare il Teatro Grande dal 1808 al 1811 venne demolito, assieme alla chiesa di S. Giacomo, anche il fondaco, cioè i magazzini della porta Paganora. Nel piano urbanistico elaborato intorno agli anni Trenta del novecento venne avanzata l'idea di un proseguimento di via Tosio fino a piazza Vittoria con lo sventramento delle abitazioni di via e piazzetta Paganora. L'idea venne, per fortuna, abbandonata, ma sventramenti non programmati vennero provocati, specie sull'albergo Gallo (con molte vittime) e sul palazzo del CAB, dal bombardamento del 13 luglio 1944. In compenso nel 1981 venne restaurato il palazzetto di passaggio fra piazzetta Paganora e via Mazzini con un volto ad archi a crociera che permette un più rapido transito tra le due zone.