OTTOLINO da Brescia

OTTOLINO da Brescia

Sec. XIV. È considerato fra i più celebrati musicisti bresciani del secolo, interprete dell'"Ars Nova" fiorita a Firenze sul "dolce stil novo" in auge con Guinizzelli e Cavalcanti. Ottolino, che abitò a lungo a Firenze, si dilettò a scrivere musiche da cantarsi in liete brigate attingendo ai temi e ai soggetti cavallereschi o agresti e idilliaci una musica di limpida e copiosa vena. Ballate, cacce e madrigali, da lui musicati, si trovano tra le 347 melodie raccolte da Antonio Squarcialupi in un codice laurenziano. Compose versi in volgare che poi musicò. Insegnò musica e lettere, fu amico del celebre novelliere toscano Franco Sacchetti (1332 ca.-1400) al quale dedicò un pregevole sonetto conservato nella Biblioteca Chigiana di Roma e in un apografo della Biblioteca Queriniana (E. III 7 f. 380), pubblicato nel vol. I p. 155 dell'"Istoria della volgar poesia" di Crescimbeni (Venezia, Baseggio, 1731). Sue rime erano fra i manoscritti della Biblioteca Girardi di Firenze.


La presenza di Ottolino da Brescia, ricordato anche dal Carducci in "Studi letterari" fra i quattro più illustri musicisti dell'alta Italia viventi sulla fine del Trecento, è segnalata in codici della seconda metà del secolo XIV come compositore di liriche profane, che possono essere comprese nel ciclo di quelle dell'"ars nova" fiorentina. Di qui si capisce come egli sia stato in rapporto col fiorentino Sacchetti, del quale ornò delle sue note una 'ballata' inviandogliela poi accompagnata da un sonetto cantato, nel quale Ottolino si scusava di aver fatto «poco intonata» la ballata dell'amico; il Sacchetti gli rispondeva con un altro sonetto cantato e sulle stesse rime del primo, per rilevare che la canzone era stata adornata «con dolci note e in gran savor formata».