OSPEDALE degli Incurabili, della Pietà e della Trinità, poi delle Donne

Versione del 17 feb 2019 alle 20:42 di Pgibe (Discussione | contributi) (una versione importata: Import Volume XI)

(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

OSPEDALE degli Incurabili, della Pietà e della Trinità, poi delle Donne

Destinato ad accogliere, soprattutto, i colpiti da sifilide o morbo gallico, diffusasi in Italia sulla fine del '400 e agli inizi del '500. Venne promosso da Bartolomeo Stella, arrivato da Roma a Brescia, nel marzo 1520. Ebbe incoraggiamento dal padre Ettore Vernazza fondatore della Compagnia del Divino Amore di Genova in collegamento con S. Gaetano da Thiene ed il conforto delle spirituali conversazioni con suor Laura Mignani del monastero di S. Croce. Si presume che sia stato lo Stella ad ottenere il 31 dicembre 1520 la bolla con la quale, su istanza del Consiglio Comunale di Brescia, Leone X, date le gravissime necessità della città e del suo territorio, concede la fondazione di un ospedale «per i poveri incurabili, sull'esempio dell'Arcispedale di S. Giacomo di Roma» con tutte le indulgenze, privilegi, grazie, immunità concesse allo stesso. La fondazione venne avviata dalla provvisione del 15 marzo 1521 del Consiglio Generale, il quale, visto «l'orribile e contagioso morbo dal quale colpiti gli incurabili da tutti abbandonati e lasciati nella miseria e nello squallore muoiono disperati», delibera che si eriga un ospedale nel luogo scelto dal massaro e dai dirigenti dell'Ospedale Grande, nel quale si raccolgano e si ospitino soltanto gli incurabili. L'ospedale che si chiama dapprima della SS. Trinità poi degli Incurabili deve essere alle dipendenze dello stesso Ospedale Grande, governato da amministratori eletti dallo stesso Ospedale. Il 6 maggio 1521 un breve apostolico ne concede la istituzione con fondi pubblici ed elemosine. Tocca a Bartolomeo Stella realizzare l'impresa. Dissuaso da S. Gaetano e da Suor Laura Mignani a comprarsi un ufficio nella Curia romana, l'8 maggio 1521 egli viene nominato massaro dell'ospedale degli incurabili di Brescia che realizza e governerà fino al 1538. Provvisioni municipali del 1523 indicano come in tale anno il Municipio abbia provvisto i locali nei quali sistemare l'Ospedale sull'area a destra del Fiume Garza (allora ancora scoperto dall'angolo di S. Lorenzo agli Spalti), là dove prima esisteva il fortilizio della Garzetta, area donata dal Doge e ampliata poi con permute da parte del Comune. La prima pietra viene posta il giorno di S. Pietro del 1523, benedetta dal vescovo Paolo Zane. Il 19 marzo 1523, l'Ospedale degli Incurabili di Brescia viene aggregato all'Arcispedale di S. Giacomo in Roma e 1'8 maggio lo stesso Bartolomeo Stella viene eletto a pieni voti, (e ciò si ripeterà ogni anno fino al 1530), alla direzione dell'Ospedale come primo massaro. In un atto del notaio G. Giacomo Aleni del I giugno 1531 lo Stella viene riconosciuto «instaurator defensor et massarius» del nuovo ospedale. Nel 1523 «pro solidanda et confirmanda massaria» gli verranno messi accanto certo Annibale di Castello e il nobile Agostino Gallo. Accanto all'ospedale viene istituita una Confraternita, detta della SS. Trinità, per fedeli dei due sessi, che si impegna nella cura dei malati e a sostenere le finanze dell'Ospedale. Clemente VII ne approverà la costituzione, con indulgenze e privilegi, con bolla del 24 marzo 1526. Privilegi e indulgenze verranno poi confermati alla Confraternita e all'Ospedale da Paolo III con bolla del 24 maggio 1535. L'Ospedale fu, come ha scritto Antonio Cistellini, «il centro provvidenziale non soltanto della carità spontanea e generosa, ma pure un punto di convegno per le anime mistiche e più fattive del tempo». È infatti all'Ospedale che approda nel 1532, nella sua prima venuta a Brescia, S. Gerolamo Emiliani e in esso egli collocherà il primo piccolo orfanotrofio bresciano. E nell'Ospedale degli Incurabili che prendono alloggio i primi gesuiti, giunti a Brescia con raccomandazioni dello Stella. È all'«hospital de los incurables» che Francesco Strada scrive il 3 febbraio 1540 a S. Ignazio e a S. Francesco Saverio ed è ancora nell'Ospedale che p. Laynez nella, Quinquagesima del 1544 si ferma per una riuscita predicazione a Brescia. Alla vita dell'Ospedale danno la loro opera i canonici Maffeo Poncarali e Giovanni Zanetti, Gerolamo Patengola, il cav. G.G. Chizzola ecc. Chiamato dapprima della SS. Trinità, l'Ospedale viene poi detto semplicemente degli «Incurabili». Esauritasi la carica di carità cristiana che l'ha ispirato e governato, nel 1548 diviene più semplicemente l' «Ospedale delle donne», cioè la sezione femminile dell'Ospedale Grande, e da allora accoglie le donne incurabili o semplicemente ammalate, mentre gli uomini incurabili vengono trasferiti in un reparto speciale dell'Ospedale Grande.