NEGRI Adelchi

NEGRI Adelchi

(Perugia, 16 luglio 1876 - Pavia, 19 febbraio 1912). Di padre napoletano (Raffaele) e di madre (Emilia Almici) bergamasca, ma proprietaria di una villa a Coccaglio. Allievo di Camillo Golgi, si laureò a Pavia nel 1900 dedicandosi con grande passione alla ricerca di laboratorio. Si rese celebre per aver scoperto il parassita della rabbia nelle cellule nervose degli animali idrofobi, creando un metodo universalmente adottato per la rapida diagnosi dell'infezione. Nelle cellule nervose di tutti gli animali affetti da rabbia spontanea o sperimentale egli infatti individuò speciali formazioni chiamate «corpi di Negri» che con lunghe e pazienti ricerche dimostrò essere stadi del ciclo di sviluppo di un protozoo, da classificare fra gli sporozoi denominati dal Calkius «Neuroryctes Lidrophobiae». La diagnosi delle rabbia, che prima richiedeva non meno di quattro settimane e con risultati spesso incerti, dopo la scoperta del Negri fu eseguita in poche ore con la ricerca del parassita nel corno d'Annone. Nominato libero docente nel 1905, venne incaricato nel 1909 della cattedra di batteriologia nell'università di Pavia. Passò molto tempo, specie le vacanze, nella villa di Coccaglio, tanto da dichiararsi bresciano e da parlare perfettamente il dialetto bresciano. Nel 1901 si faceva promotore a Coccaglio della Società Operaia di M.S. In morte venne commemorato da Camillo Golgi. Nel 1953, cinquantesimo della scoperta dei «corpi di Negri», la vedova Lina Vittadini Luzzani, donò all'ospedale di Coccaglio la sala chirurgica che venne denominata «Sala Adelchi Negri».