MORONI Giovanni Battista

MORONI Giovanni Battista

(Albino, Bergamo 1523 - 5 febbraio 1578). Di Francesco e di Maddalena. Il padre si trasferì nel 1530 ad Azzano Mella, dove crebbe anche il giovanetto Giambattista che a 17 anni venne mandato a Brescia alla scuola del grande Moretto, secondo il Cugini, forse grazie ai conti Spini di Albino, «intenditori e fondatori di ogni forma d'arte», e perciò forse in contatto con i più diversi ambienti artistici fra i quali quello di Brescia; o anche grazie ad altri Moroni, architetti ed ingegneri. Sembra che abbia gravitato su Brescia dal 1540 al 1553, o al massimo al 1554, anno di morte del Moretto, salvo ritorni in patria, come nel 1549, o viaggi a Trento, ma per non lunghe assenze. Sono ascrivibili al Moroni, tra il 1540 ed il 1545 alcune opere che passano «per comodità come scuola del Moretto o addirittura sotto le due etichette interscambiabili di Luca Mombello o Agostino Galeazzi». Fra essi, Sandro Guerini individua una «Madonna con il Bambino e SS. Giacomo ap. e Rocco» finora catalogata come opera di Luca Mombello nella quale è presente, del Moroni, quel suo sentire romanticamente il paesaggio, con un vario fremito di vita e di mistero «con uno stupore che il Moretto proprio non ha». Allo stesso periodo, S. Guerini, fa risalire anche il disegno dell'Assunta delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, che forse è una specie di appunto preso a Gardone e desunto dal polittico morettiano di S. Maria degli Angeli, sicuramente già in loco dal 1529. Intorno al 1543 il Moroni era probabilmente impegnato a mettere in opera e a rifinire la pala dell'altare maggiore della parrocchiale di Sarezzo, che S. Guerini toglie al catalogo del Rossi, per attribuirla al Moretto, salvo le figure in basso, specie quella dei SS. Faustino e Giovita che egli assegna al Moroni. Del Moroni sarebbe avvicinata alla tela di Carcina anche la Madonna con il Bambino e i SS. Giovanni Battista e Francesco e donatore della parrocchiale di Muscoline. Ancora al Moroni S. Guerini è propenso di assegnare il ciclo di affreschi del palazzo Nigolini, ora Stabiumi, di Azzano Mella paese di residenza del padre dell'artista e che daterebbe agli anni attorno al 1550. Come pure moroniana e collocabile tra il 1565 e il 1570, sarebbe probabilmente la piccola tela col Crocifisso collocata nella sacrestia della chiesa di S. Rocco di Concesio. Nel 1549 ancora è nominato in un atto di mutuo assunto dal Moretto. D'altra parte un disegno del Moroni datato 1553, che ripete due figure di un quadro del Moretto, fa pensare che fosse ancora a Brescia. I primi ritratti dipinti in terra bergamasca appartengono agli anni 1553 e 1554. In essi sono evidenti influssi del Moretto, ma anche caratteri propri del Moroni. Nel bresciano oltre alle opere citate esistono: «Madonna e SS. Gervasio e Protasio» (Badia di S. Gervasio al Mella, ora nella chiesa già dei Cappuccini alla Badia, restaurata da G. Moneghini nel 1946); «Madonna e i SS. Giovanni Pietro, Paolo e un devoto» (olio su tela 3,28x1,87) nella parrocchiale di Orzivecchi); «Nascita della Vergine e le SS. Lucia e Agata» nella parrocchiale di Lonato (da alcuni attribuita al Moretto); «Ritratto di Magistrato» (Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, firmato e datato 1560); «Ritratto di Gentiluomo» (Ibidem datato 1560); «SS. Giovanni Evangelista, Pietro, Paolo e devoto», disegno a penna, firmato «Gio.Batta Morone», disegno preparatorio per la parte inferiore del dipinto nella chiesa parrocchiale di Orzivecchi. Gli sono attribuite da qualcuno (A. Sina, A.R. Rota ecc.) un'«Assunta» nella parrocchiale di Esine (restaurata da Leonardo Gatti nel 1988) e la «Madonna con il Bambino ed i SS. Rocco e Giacomo» della chiesa parrocchiale di Carona. Undici ritratti esistevano nella collezione Lechi. In collezioni private bresciane esistono: «Santa Martire (S. Lucia?)»; «S. Giovanni Battista»; «S. Giovanni Evangelista»; «Madonna con Bambino».