MATHEUS o MATTHEUS de Brixia

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MATHEUS o MATTHEUS de Brixia

Di Brescia, nato verso la fine del 1300, m. a Firenze verso il 1450. Canonico della Cattedrale di Vicenza dal 1412 al 1419. Contemporaneo ad un altro musico bresciano "Praepositus Brixiensis" e forse anche amico ed emulo in arte, ebbe con lui in comune, come scrive Giovanni Bignani lo stesso modo di scrivere musica, sia sotto la forma armonica che in quella melodica, che del resto, più o meno, sono le stesse forme che si riscontrano nelle musiche degli autori di quel tempo. Il Mattheus però fu portato maggiormente verso una forma musicale d'alto stile, cioè la canzone quattrocentesca (composta da musici puri, vale a dire non secondo l'uso dei trovieri di musici poeti), ed è in questo stile che il musicista bresciano offre maggior svolgimento e più vivacità; non trascura tutti i migliori effetti del contrappunto vocale con ardite combinazioni armoniche, e talvolta - caso raro negli altri compositori dell'epoca - abolisce i ritornelli per essere più libero nello svolgimento della melodia. E' stato identificato da Kurt von Fischer e da altri con Melchior de Brissia, canonico a Padova dal 1411 al 1425, autore di quattro ballate ed un rondeau apparse sotto il nome di Prepositus Brixiaensis. L'Einstein lo considera fra i grandi madrigalisti della prima metà del Quattrocento per la sua multiforme produzione fra cui canzoni, ballate e frottole da cantare a due ed a tre voci. È considerato con Nicola di Capua e Domenico Ferrarese uno dei più notevoli compositori di musica polifonica del tipo della "canzone francese" cui diede forse impulso il movimento musicale portato a Brescia da Pandolfo Malatesta e dalla sua corte nel 1406. Una sua composizione "Jhesus postquam monstraverat" si trova presso il Liceo musicale di Bologna nel codice 2216. È una composizione a 4 voci. Essa possiede, scrive Tom R. Ward, un inconsueto preludio, forse strumentale di struttura bipartita; le due voci inferiori espongono il loro tema due volte, mentre la parte principale passa dalla 1° alla 2° voce nella parte centrale.