MATEMATICA e matematici

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MATEMATICA e matematici

Primi specifici trattatelli di matematica si devono a Giovanni Battista Bellasi ("La cifra", 1553; "Nuovi et singolari modi di cifrare", 1555 e "Il vero modo di scrivere in cifra" 1561), a Stefano Ghebellino di Chiari ("Tavole brevissime aritmetiche" 1568), a Lorenzo Bonocchio di Chiari con il "Breve et universale risoluzione d'aritmetica" (1597), a Giovanni Battista Zuchetta ("Aritmetica, per la quale con meravigliosa facilità si risolve ogni dubbio mercantesco" 1600), e poi a p. Benedetto Castelli ("Dimostrazioni geometriche della misura delle acque correnti"). Grandissimo matematico universalmente conosciuto fu Niccolò Tartaglia. Alla matematica dedicò cure e attenzioni particolari p. Francesco Lana, cui si deve tra le altre opere il "Magisterium naturae et artis, opus physico-matematicum" (1684-1686). Matematici di origine bresciana molto noti nel primo Settecento furono il gesuita p. Orazio Borgondio (m. nel 1741) insegnante nel celebre Collegio Romano, autore di 27 opere, e Bernardino Zendrini (di Saviore) vissuto per gran parte della sua vita a Venezia. Un benedettino bresciano, p. Gianmaria Astezati tradusse invece la "Geometria" del Lana, mentre Bartolomeo Benaglia di Cimmo stampava nel 1713 le "Regole infallibili per far conti" cui faceva eco nel 1722 il lumezzanese Giacomo Antonio Botti che pubblicava "La breve e sottile tariffa aritmetica, utilissima (...) per chi desiderasse senza fatica e senza errori ogni computo (...) all'uso moderno della provincia di Brescia". Di facile geometria e matematica scrissero ampiamente fra Fortunato da Brescia (1701-1754) e il conte Giambattista Suardi che pubblicò poi "Trattenimenti matematici" (1764). A cavallo dei sec. XVIII-XIX Giuseppe Avanzini insegnava calcolo sublime all'Università di Bologna. Qualche scritto di matematica lasciò il conte Leopardo III Martinengo (1637-1716). Trattati pubblicava Gerolamo Francesco Cristiani (1731-1802). Più ampi contributi diede Domenico Coccoli (1747-1812). Contributi alla matematica diedero nell'800 Federico Nicoli Cristiani, il prof. Alberto Gabba, il prof. Antonio Perego, il nob. G.B. Soncini, l'ing. Giuseppe Da Como, il prof. Arnaldo Gnaga. Relativamente ampio lo spazio riservato dall'Ateneo a problemi di matematica specie a quelli "classici" come la quadratura del cerchio al quale dedicò attenzione nel 1822 Federico Nicoli Cristiani che avanzò una sua soluzione subito contestata, e quello della duplicazione del cubo, affrontato nel 1848 dal nob. Giovanni Battista Soncini. Nel campo dell'algebra di carattere "tartagliano" sono da segnalare ricerche del prof. A. Gabba, del già nominato G.B. Soncini. Al calcolo differenziale e integrale dedicò attenzioni nel 1825 il prof. Gabba mentre nel 1880 il prof. Giuseppe Da Como comunicava un algoritmo atto a dare la quadratura approssimata delle aree comprese tra una curva piana ed un asse rettilineo. Studi dedicarono alla probabilità nel 1831 l'ab. Giuseppe Bravi (che pubblicò anche un manuale sull'argomento) e il prof. Gabba. Più recentemente le scienze matematiche ebbero divulgatori appassionati in mons. Angelo Zammarchi, don Fernando Baresi, nel prof. Angelo Ferretti Torricelli, ai quali si devono ottimi testi scolastici, mentre da Brescia uscirono cattedratici e studiosi come Rocco Serini, Rinaldo Sartori, Mario Villa, Paolo Finzi, Matteo Maternini, Piero Bonera. Impulso alla conoscenza matematica è venuto negli ultimi anni dalla facoltà di Matematica e Fisica istituita presso l'Università Cattolica del S. Cuore. Lo studio della storia delle scienze matematiche ha avuto particolare impulso dalla biblioteca che l'ing. Carlo Viganò ha donato all'Università Cattolica e dall'edizione delle opere di Niccolò Tartaglia promossa nel 1960 dall'Ateneo di Brescia e curata da Arnaldo Masotti.