ISTITUTO Tecnico Industriale di Stato "B. Castelli"

Versione del 14 gen 2018 alle 20:00 di Pgibe (Discussione | contributi) (una versione importata: Import volume 6)

(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

ISTITUTO Tecnico Industriale di Stato "B. Castelli"

Aperto per l'anno scolastico 1960-61 nella sede di via Cantore, costruita appositamente. Fu la continuazione dell'Istituto Tecnico Industriale Moretto la cui sede di via S. Chiara era risultata assolutamente inadeguata. La nuova costruzione era stata avviata fin dal marzo 1951 quando il comm. Federico Palazzoli aveva offerto un'area di circa 26.000 mq. per costruire la nuova sede dell'Istituto, donazione accettata dal Consiglio Provinciale nel luglio dello stesso anno. L'Amministrazione Provinciale si impegnava, nello stesso tempo, a costruire il nuovo edificio. Con il concorso sempre del comm. Palazzoli, l'Amministrazione stessa acquistava altri 6.000 mq. da aggiungere ai precedenti. Grazie all'impulso del Presidente della Amministrazione Provinciale avv. Ercoliano Bazoli, dell'ing. Vittorio Montini, assessore ai Lavori Pubblici, e degli ingg. Andrea Magrograssi, capo dell'Ufficio Tecnico provinciale, e Virgilio Verzotti, realizzatore del progetto, il nuovo grandioso edificio era in grado di ospitare nel gennaio 1961, l'Istituto che venne poi inaugurato il 30 settembre 1962 dal Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Amintore Fanfani. Il complesso scolastico venne poi articolato in sei corpi principali. a) Il corpo degli Uffici, comprende venti vani, tra cui gli archivi generali, i magazzini, la segreteria generale, l'ufficio del segretario, l'ufficio sportelli, tre salette per i colloqui degli insegnanti, sale di attesa, l'ufficio della presidenza e della vice-presidenza, la sala dei professori, la biblioteca, la sala di lettura, l'ufficio del consiglio di amministrazione, i servizi. b) Il corpo principale. Comprende l'ingresso per gli allievi, una parte degli spogliatoi, l'autorimessa (120 mq.), l'altro principale di ingresso (350 mq.), con scalone di accesso all'Aula Magna (400 mq.) con antistante galleria in collegamento con gli uffici e le aule. c) Il corpo aule. Comprende cucine e dispensa, refettorio (mq. 270), sala-studio degli allievi (mq. 240) e, nei piani superiori, 42 aule comuni e relativi gruppi di servizi. d) Il corpo laboratori. Comprende gli spogliatoi degli allievi con docce e servizi, il laboratorio macchine, locali per batterie e trasformatori, sette aule speciali, sei aule da disegno, undici studi per insegnanti e otto laboratori, rispettivamente di elettrotecnica (mq. 400), resistenza materiali (mq. 190), chimica (mq. 180), scienze (mq. 60), fisica (mq. 60), metallurgia (mq. 130), tecnologia (mq. 105), elettronica (mq. 160). e) Il corpo officine. Comprende il pronto soccorso, l'infermeria, l'ambulatorio, l'abitazione del custode, il reparto per l'elettrotecnica (mq. 340), per le macchine utensili (mq. 840), per i trattamenti termici (mq. 60), per la saldatura (mq. 110), per l'aggiustaggio (mq. 420), per la falegnameria (mq. 260), per la fonderia (mq. 340), per la fucina (mq. 340). Le palestre, in numero di tre, occupano una superficie complessiva di mq. 830. Gli scaloni di accesso ai piani superiori sono in numero di cinque. f) La centrale termica ed il ricovero biciclette. La centrale termica ha una superficie di mq. 230; il deposito biciclette, capace di 550 unità, ha una superficie di mq. 510. Particolarmente curato l'allestimento di gabinetti scientifici e di laboratori sperimentali riguardanti le scienze e la geografia, fisica, chimica, elettrotecnica meccanica e macchine termiche e idrauliche, tecnologia, elettronica e metallurgia. Tra i servizi ausiliari vennero collocati la cassa scolastica, la biblioteca, la palestra, il servizio medico, la cartolibreria, il posto di ristoro e gli spogliatoi.


Il primo Consiglio di Amministrazione venne composto da Emilio Franchi (presidente), Bruno Beccaria, Franco Bonardi, Giovanni Bormioli, Antonio Bruzzone, Angelo Buizza, Federico Palazzoli, Giovanni Savoldi. Dal 1974 l'Istituto fu scosso da varie contestazioni che portarono a disordini, autogestioni, agitazioni studentesche che sfociarono in sperimentazioni didattiche di avanguardia. Nuovi corsi vennero introdotti via via. Il 13 gennaio 1982 venne iniziato, su proposta dell'industriale Eugenio Bodini di Cellatica, il corso di oleodinamica con 40 allievi.