GALLO (2)

GALLO (del Beato Ramperto o di S. Faustino)

Si tratta del gallo di ferro e di rame appoggiato sopra due sfere, una più piccola dell'altra che fungeva da ventaruola sul pinnacolo del campanile di S. Faustino, per segnalare ai monaci e ai cittadini le variazioni atmosferiche dei venti. Oltre che segnalare la direzione dei venti, il gallo rappresentava nelle tradizioni medievali il simbolo della fede e della vigilanza, ricordando il gallo che rinfacciò a S. Pietro il suo tradimento. Nella simbologia cristiana entrò, accanto all'agnello e al pesce, come immagine della fede che combatte, vigile, animosa contro le insidie infernali, e rappresenta il Cristo che con la sua voce, nell'aurora della vita, ci chiama al lavoro, alla preghiera, al bene. In tale veste entrò nella letteratura medievale. Nei secoli scorsi e anche durante le Dieci giornate del 1849 servì come bersaglio delle soldatesche accasermate in castello per cui molte lamine di rame dorato che rivestivano la coda scomparvero, lasciando la sola penna maggiore e delle minori restano solo dei tronconi. Compromessa è anche l'iscrizione per cui le poche e sconnesse parole rimaste non sono sufficienti a ricostruire il testo della storica iscrizione, intorno alla quale hanno battagliato gli eruditi bresciani del settecento, perché dovrebbe essere una testimonianza cronologica sicura dell'episcopato del nostro vescovo Ramperto (814-844), che fu il secondo fondatore della chiesa e del monastero di S. Faustino. Il nome di Ramperto," + Domnus Rapertus episcopus brixiensis", era difatti inciso nella famosa e discussa iscrizione, e a lui si attribuiva nella medesima di avere ordinato la costruzione del gallo (gallum hunc fieri praecepit) l'anno 820, sesto del suo pontificato; se il vescovo Ramperto, si è detto, ha fatto collocare il gallo sul campanile di S. Faustino, è ovvio pensare che egli abbia fatto costruire il campanile medesimo e la primitiva basilica adiacente, con il chiostro del monastero e le altre fabbriche succursali che lo circondavano. Il gallo venne tolto nel 1910 e conservato nel Museo d'arte cristiana di S. Giulia. Nel 1938, anche per ricordare il centenario dell'assedio del Piccinino del 1438, il Podestà di Brescia fece eseguire dalla officina Ticci una copia fedele del gallo in ferro battuto e dorato che venne posta sul campanile di S. Faustino.