GALLONI Francesco
GALLONI Francesco
(Lodetto di Rovato, 8 febbr. 1890 - Velo d'Astico, Vicenza, 5 giugno 1976) Di Andrea e di Orsola Fattoli. Di famiglia alquanto agiata entrò presto in Seminario; pur attratto dall'ideale missionario il 4 luglio 1914 veniva ordinato sacerdote e destinato come curato a Pieve di Concesio. Zelante, attivo, ebbe tra l'altro la collaborazione intensa della famiglia Montini e in particolar modo di Giovanni Battista, poi papa Paolo VI. Nel febbraio 1916 chiese e ottenne di partire cappellano militare. A Salò entrò nel Battaglione Monte Suello del V° Alpini, di nuova formazione e partì per il fronte del Natisone. Fu generoso e presente ovunque, amato e stimato dai suoi alpini e più volte diede dimostrazione di grande coraggio. Il 10 settembre 1916 mentre il suo battaglione assaltava le trincee nemiche nei pressi di quota 2200 sul Pasubio egli si esponeva più volte al fuoco avversario, per raccogliere, sotto i reticolati nemici, i soldati feriti e trasportarli al posto di medicazione. Nonostante fosse leggermente colpito al viso non desisteva nella sua pietosa missione fino a quando tutti i feriti del reparto non furono condotti al riparo nelle linee italiane. Per tale coraggio gli venne concessa la medaglia d'argento al v.m. con la motivazione "Spintosi fin sotto i reticolati nemici per raccogliere feriti e curare il trasporto al posto di medicazione, compiva più volte, in terreno battuto, tale opera pietosa. Colpito egli stesso, persisteva con ammirevole calma nella sua missione, finché tutti i feriti del reparto furono condotti nelle nostre linee" (Regione Pasubio, Trincee austriache di q. 2200, 10 settembre 1916). Uguale coraggio dimostrava nella notte dell' 11 ottobre 1915 quando la 91' compagnia del battaglione "Monte Suello" e "l'Aosta", tentarono di conquistare le forti posizioni della Selletta, posta fra il Dente del Pasubio e la Casermetta difensiva, spingendosi in primissima linea a capo di un manipolo di alpini ricacciando il nemico. Si meritò per i nuovi atti di coraggio la medaglia di bronzo con la motivazione "Mentre ancora durava il combattimento, con bello ardimento si spingeva verso la linea di fuoco con un manipolo di militari per soccorrere i feriti e ricuperare le salme dei caduti" (Selletta, Dente del Pasubio, 12 ottobre 1916). Il 23 agosto 1917 il "M. Suello" si trovava in prima linea occupando il Trincerone di Zugna quando si sviluppava un bombardamento. Don Galloni, che già trovavasi in trincea, si portava subito là dove maggiore era il pericolo per confortare gli alpini e per portare i primi soccorsi ai caduti, per cui gli venne concessa un'altra medaglia di bronzo con la motivazione: "Incurante del bombardamento nemico, si esponeva continuamente per essere di esempio ai soldati, incoraggiava i combattenti portandosi senza posa da un capo all'altro della linea di fuoco e prestava le proprie cure ai caduti sotto l'intensa azione delle artiglierie e della fucileria nemica" (Trincerone di Zugna, 23 agosto 1917). Finita la guerra, aiutato da alcuni suoi alpini, si dedicò ad inumare e a sistemare le tombe dei caduti a Posine, Pian delle Fugazze, Zugna. Opera che continuò poi in Bulgaria, a Criva Livada, Corman Ciflich, a Maritza, Iantre, Rodope, Filippopoli, Balcan, Tirnovo e nella valle delle Rose, per raccogliere in un cimitero italiano, a Sofia, le salme dei morti in prigionia. Durante il soggiorno concepì un programma di attività fra gli italiani e i "fratelli separati" bulgari. Avuto,nel settembre 1920, l'incoraggiamento di mons. D'Herbigny, presidente dell'Istituto Orientale e dello stesso Papa Pio XI, nel novembre si dedicò con numerose conferenze alla propaganda di un'opera che chiamò "Pro Oriente". Partito per la Bulgaria nel 1921, tornò più volte in Italia per la propaganda. Nella primavera del 1922 fondava in Bulgaria l'opera "Pro Oriente", con lo scopo immediato di soccorrere p. Aloatti, le suore e gli orfanelli dei suoi istituti confiscati dai Serbi e ricoverati a Sofia. Il primo comitato sorse sotto gli auspici delle principesse Nadejda e Eudoxia di Bulgaria. L'Opera appoggiò poi la piccola scuola della Colonia italiana di Sofia. Don Galloni la propagandò dapprima nel Trentino, e fondò poi comitati a Genova, Milano, Pavia, Como, Varese, Brescia, Bergamo ecc. Nel 1923 fondava la rivista "Le vie dell'Oriente", rivista mensile dell'opera italiana "Pro Oriente", da lui stesso diretta, riccamente illustrata e largamente diffusa. Ad essa si aggiunge poi il quindicinale "Oriens" e nel 1928 propagandò la celebrazione del Pane cui diede poi appoggio lo stesso Mussolini con il famoso ammonimento "Italiani amate il pane..." datato da Roma il 10 gennaio 1928. Intanto acquistava a Sofia un palazzo dove vennero accolti l'Istituto Italo-Orientale, il ginnasio liceo, il circolo universitario, il pensionato. L'opera poneva la sua direzione a Milano dove apriva anche un pensionato. Le sue simpatie per il nascente regime lo staccarono dalle posizioni e dagli uomini del movimento cattolico che pure non negarono mai la stima per lo zelo da lui sempre dimostrato. Il 7 agosto 1925 mons. Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, benediva la prima pietra della sede del "Pro Oriente" la cui costruzione, iniziata nel 1927 veniva terminata nel 1928. Per finanziare l'opera aveva organizzato la "festa del pane" cui diede adesione lo stesso Mussolini. Specie nel 1927-1928-1929 tenne numerose conferenze e scrisse alcuni articoli sul "Popolo di Brescia". Nel 1927 guidò anche una missione bresciana fra i profughi della Macedonia e della Tracia. A Sofia intanto organizzava un centro culturale e assistenziale, con corsi di lingua italiana corsi di cultura ecc. Altro centro dell'opera fu la Montanina di Vicenza, la casa che era stata di Antonio Fogazzaro, acquistata nel 1927 e aperta nel 1929. Più tardi, l'11 febbraio 1931, fondava assieme a Suor Emma Ghirardini l'Istituto religioso delle figlie di S. Maria Annunziata. Intanto promuoveva la traduzione della "Imitazione di Cristo" e di varie "Vite di Santi" in bulgaro e la rivista "Nuovi Orizzonti"; borse di studio per studenti bulgari in Italia; un Pensionato universitario femminile. Dall'anno santo 1925 al 1934 l'apostolato dell'Opera pro-Oriente in Bulgaria fu sorretto dalla assistenza delicata del Delegato Apostolico che era l'Ecc.mo mons. Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Le maggiori realizzazioni in Italia furono la sede della Montanina (ex villa estiva del Fogazzaro), una scuola media e un Istituto magistrale in Astico. Instancabile, mons. Galloni faceva la spola tra Bulgaria e Italia. Le iniziative culturali e assistenziali prosperavano e l'Opera in Bulgaria diveniva sempre più centro di attenzione, le vocazioni bulgare crescevano, quando la bufera della guerra giunse a disperdere e devastare tanto bene. Dal 1943 al 1945, sotto la occupazione tedesca, mons. Galloni fu internato. Dal momento della liberazione nel 1945 fu Reggente della Delegazione Apostolica in Bulgaria in momenti irti di difficoltà. Rientrato in Italia il 3 gennaio 1949 fu minutante della S. Congregazione Orientale (1949-1950). Si ritirò poi alla Montanina di Velo d'Astico. Promosse la rivista "Le Vie d'Oriente", collaborò al "Popolo di Brescia". Pubblicò: "V° Alpini. Battaglione Montesuello. Convegno di Salò, 9 ottobre 1921" (Brescia, Tip. Figli di Maria, 1921, pp. 60 in 8° con ill.); "Pane Nostro, Tre episodi con partiture musicali per le scuole d'Italia, II Celebrazione del pane 1929-VII" (Casa Editrice la Montanina dell'Opera Italiana Pro Oriente, Milano-Sofia, 1929); riduzione della "Favola del Pane" di Mario Apollonio ( v.); "Quasi aurora Consurgens. Ave Maria. Disegni dì Aldo Carpi, testo di Francesco Galloni" (Vicenza 1971, 140 p. con interessanti annotazioni autobiografiche). Il 17 nov. 1956 tenne all'Ateneo di Brescia una conferenza dal titolo: Wladimiro Salovi eff. Mosca e Roma.