GABRIELE di Pietro

Versione del 31 mag 2017 alle 10:56 di Pgibe (Discussione | contributi)

(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

GABRIELE di Pietro

Sec. XV. Stampatore ("punsionista ingegnoso") trevigiano dopo aver pubblicato a Venezia, dal 1472 al 1478, una trentina di edizioni di gran pregio, intorno al 1478 si trasferì a Messaga di Cecina, frazione di Toscolano, dove ospite del sindaco del luogo Scalandrino De Agnelli, aprì una officina. Non si conoscono i motivi di tale trasferta. Qualcuno pensa ad una fuga per debiti, altri dalla concorrenza, altri dal terribile mal del "mazzucco" (che però infieriva anche nel Bresciano), altri per la presenza in Riviera di attrezzate cartiere. Nello stesso 1478 sembra che Gabriele abbia pubblicato il «Donatus pro puerulis. Impressus in Messaga lacus Benaci anno M.C.C.C.C.LXXVIII» senza nome di editore, cui seguirono tra la metà del 1480 (o secondo altri nel biennio 1479-1480) una dozzina di libri, per lo più di carattere pedagogico come le "Regulae grammaticales" di Guarino Veronese, il "Doctrinale" di Alessandro de Villadei, i "Rudimenta grammaticae" del Perotti (per richiesta di Scalabrino di Agnellis) l'"Aesopus". Altre opere furono il "Compendio di salute" di Nicolò da Osimo, (di carattere religioso) la "Summa artis notariae" di Rolandinus de Passegeriis ecc. Sembra che Gabriele avesse torchi contemporaneamente a Venezia, Treviso, Brescia, coadiuvato dai figli Filippo e Piero. Da Messaga poi, avrebbe trasferito la tipografia a Toscolano, centro più importante ed agibile. In Riviera egli trovò ampie protezioni anche dal prefetto della Riviera, Andrea Corner ma dovette affrontare anche gravi sventure. Nel 1479 si era trasferito al convento della Religione di Toscolano dei Domenicani. Stava componendo la "Grammatica" del Perotti quando venne arrestato a richiesta "magnifici domini Bertuzii de Bordignaga nobilis venetus (sic)" per il mancato pagamento di un certo vecchio debito. Dopo quattro mesi di detenzione, ottenne dalla Magnifica Patria, con parte 8-V-1480, la fideiussione implorata e la libertà, essendo stati i debiti pagati dal suo protettore e difensore Scala. Vecchio, stanco, avvilito, dopo poco lasciò la Riviera e passò a Brescia, ove in collaborazione col figlio Paolo in data 14 novembre 1481 stampò il commento di Giovanni Britannico alle satire di Persio. Nella parrocchiale di Toscolano un'iscrizione dettata da Claudio Fossati così lo ricorda assieme ai tipografi Paganini « A / Gabriele di Pietro da Treviso / dai contemporanei acclamato nuova gloria del secolo / tra primi in Italia a professar l'arte / per cui si rende comune e perpetuo lo scritto / primo a portarla a Toscolano (1478) / ove / Paganino ed Alessandro Paganini / poco appresso (1519) e per quasi quattro lustri (1538) / resero celebri / i nitidi caratteri e le corrette edizioni / compiute nelle benacensi officine / decoro e gloria della stampa / immortale maestra di civiltà / Tardo ma non dimentico / Il Municipio / 1872». Tutte le opere uscite dalle sue tipografie sono stampate in bei caratteri, piuttosto grandi (22/11 x 87 mm.).