FERRER Y Guardia Francisco: differenze tra le versioni

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(Alella, 1859 - Barcellona, 1909). Pensatore e pedagogista anarchico spagnolo, promotore della "escuela moderna" ritenuto responsabile della sanguinosa insurrezione barcellonese contro la guerra in Marocco (29-31 luglio 1909) venne condannato a morte e fucilato il 13 ottobre. In Italia dove le idee di Ferrer avevano ispirato nel 1907 la rivista «La scuola laica», fondata dall'insegnante anarchico Luigi Fabbri, ebbe vasta eco negli ambienti di sinistra ed anticlericali. Anche a Brescia la condanna a morte suscitò vivaci reazioni. Il 12 ottobre venne proclamato lo sciopero agli stabilimenti Togni e Tempini, alla fonderia Soc. Bresciana ed alle officine di auto Brixia Zust. Il 15 ottobre si tenne un comizio pubblico in Crociera S. Luca: parlarono per il Comune l'avv. G. Albertini, per la C.d.l. P. Iacchia; l'avv. C. Bonardi, il prof. E. Paroli e il prof. D. Ondei. Alla fine venne approvato un o.d.g. diretto al Presidente del Consiglio dei ministri, con cui si chiese la convocazione della Camera dei Deputati e l'abolizione della legge sulle guarentigie ed un altro o.d.g. per l'ambasciatore di Spagna a Roma. Indi si formò un corteo e venne depositata una corona di fiori sul monumento ad Arnaldo da Brescia. Il Consiglio comunale, il 28 ottobre 1909, votò di dedicare a Ferrer una lapide la cui iscrizione venne dettata da Pietro Gori con le seguenti parole: «A Francisco Ferrer - martire - perché volle la umanità - libera nel pensiero nella coscienza - Brescia - che il martirio dei suoi figli - redense» La lapide fu esposta sulla casa che fa angolo con la piazzetta Vescovado, precisamente sulla facciata in via Fratelli Lombardi. Nel 1929, la lapide venne tolta. E'stata poi ricollocata in via del Sebino all'altezza del numero civico 40a.  
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(Alella, 1859 - Barcellona, 1909). Pensatore e pedagogista anarchico spagnolo, promotore della "escuela moderna" ritenuto responsabile della sanguinosa insurrezione barcellonese contro la guerra in Marocco (29-31 luglio 1909) venne condannato a morte e fucilato il 13 ottobre. In Italia dove le idee di Ferrer avevano ispirato nel 1907 la rivista «La scuola laica», fondata dall'insegnante anarchico Luigi Fabbri, ebbe vasta eco negli ambienti di sinistra ed anticlericali. Anche a Brescia la condanna a morte suscitò vivaci reazioni. Il 12 ottobre venne proclamato lo sciopero agli stabilimenti Togni e Tempini, alla fonderia Soc. Bresciana ed alle officine di auto Brixia Zust. Il 15 ottobre si tenne un comizio pubblico in Crociera S. Luca: parlarono per il Comune l'avv. G. Albertini, per la C.d.l. P. Iacchia; l'avv. C. Bonardi, il prof. E. Paroli e il prof. D. Ondei. Alla fine venne approvato un o.d.g. diretto al Presidente del Consiglio dei ministri, con cui si chiese la convocazione della Camera dei Deputati e l'abolizione della legge sulle guarentigie ed un altro o.d.g. per l'ambasciatore di Spagna a Roma. Indi si formò un corteo e venne depositata una corona di fiori sul monumento ad Arnaldo da Brescia. Il Consiglio comunale, il 28 ottobre 1909, votò di dedicare a Ferrer una lapide la cui iscrizione venne dettata da Pietro Gori con le seguenti parole: «A Francisco Ferrer - martire - perché volle la umanità - libera nel pensiero nella coscienza - Brescia - che il martirio dei suoi figli - redense» La lapide fu esposta sulla casa che fa angolo con la piazzetta Vescovado, precisamente sulla facciata in via Fratelli Lombardi. Nel 1929 la lapide venne tolta. E'stata poi ricollocata in via del Sebino all'altezza del numero civico 40a.  
 
   
 
   
 
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Versione attuale delle 20:59, 26 gen 2020

FERRER Y Guardia Francisco

(Alella, 1859 - Barcellona, 1909). Pensatore e pedagogista anarchico spagnolo, promotore della "escuela moderna" ritenuto responsabile della sanguinosa insurrezione barcellonese contro la guerra in Marocco (29-31 luglio 1909) venne condannato a morte e fucilato il 13 ottobre. In Italia dove le idee di Ferrer avevano ispirato nel 1907 la rivista «La scuola laica», fondata dall'insegnante anarchico Luigi Fabbri, ebbe vasta eco negli ambienti di sinistra ed anticlericali. Anche a Brescia la condanna a morte suscitò vivaci reazioni. Il 12 ottobre venne proclamato lo sciopero agli stabilimenti Togni e Tempini, alla fonderia Soc. Bresciana ed alle officine di auto Brixia Zust. Il 15 ottobre si tenne un comizio pubblico in Crociera S. Luca: parlarono per il Comune l'avv. G. Albertini, per la C.d.l. P. Iacchia; l'avv. C. Bonardi, il prof. E. Paroli e il prof. D. Ondei. Alla fine venne approvato un o.d.g. diretto al Presidente del Consiglio dei ministri, con cui si chiese la convocazione della Camera dei Deputati e l'abolizione della legge sulle guarentigie ed un altro o.d.g. per l'ambasciatore di Spagna a Roma. Indi si formò un corteo e venne depositata una corona di fiori sul monumento ad Arnaldo da Brescia. Il Consiglio comunale, il 28 ottobre 1909, votò di dedicare a Ferrer una lapide la cui iscrizione venne dettata da Pietro Gori con le seguenti parole: «A Francisco Ferrer - martire - perché volle la umanità - libera nel pensiero nella coscienza - Brescia - che il martirio dei suoi figli - redense» La lapide fu esposta sulla casa che fa angolo con la piazzetta Vescovado, precisamente sulla facciata in via Fratelli Lombardi. Nel 1929 la lapide venne tolta. E'stata poi ricollocata in via del Sebino all'altezza del numero civico 40a.