FACCHETTI o FACCHETTO Giovanni Battista

FACCHETTI o FACCHETTO Giovanni Battista

Sec. XV-XVI. Detto Farfarel. Di Brescia. Di Bartolomeo Organaro. Qualcuno lo crede pronipote di Costanzo Antegnati. È noto come "magistro de organis" in un documento del 24 gennaio 1510. Egli sviluppò un'attività di prim'ordine, operando in molte regioni d'Italia con incarichi tali da dimostrare, di per sé stessi, la sua reputazione ed eccellenza artistica, in un periodo in cui non erano ancor sorti gli astri di Graziadio e Costanzo Antegnati. Il Lunelli parla del Facchetti come di un competitore degli Antegnati, e come "organaro tra i più insigni dell'epoca classica", mentre il Guerrini lo pensa uscito dalla stessa bottega degli Antegnati. Pare che gli organi del Facchetti avessero un'intonazione più marcata e decisa, d'effetto immediato, mentre gli Antegnati tendevano a creare un solenne e composto equilibrio d'assieme, con sonorità più dolci e delicate. Il Facchetti inoltre lavorò in un raggio assai più esteso ed irregolare rispetto al panorama che Costanzo ci offre nell'Arte Organica sull'attività costruttiva degli Antegnati. Nel 1516 costruiva l'organo nuovo per la Cattedrale di Asola, che veniva ornato nelle ante e nelle cantorie dai celebri Romanino, Moretto e altri. Il 3 novembre 1517 e il 30 agosto 1522 riceve la mercede pattuita per la costruzione dell'organo di S. Barnaba a Brescia. Nello stesso 1517 lavora all'organo in S. Giovanni Evangelista, nel 1518 a quello della cattedrale di Asola; nel 1519 restaura quello del duomo di Modena; nel 1520 riceve l'incarico di costruire due organi per conto di Francesco Gonzaga duca di Mantova, nel 1524 firma il contratto per la costruzione dell'organo di S. Pietro di Modena; nel 1526 lavora a quello di S. Benedetto Novello di Padova (con sei registri compresi i flauti); nel 1524-1527 a quello di S. Michele in Bosco di Bologna; nel 1528 si impegna a rifare l'organo della cattedrale di Treviso, ma l'opera non venne effettuata; 1528: assume l'impegno di fare l'organo dei Carmelitani a Padova, nello stesso anno gli viene conferito l'ambito incarico per il restauro dell'organo di Lorenzo da Prato in S. Petronio di Bologna; 1529: riceve un invito, rimasto senza seguito, per S. Pietro di Roma. Il 12 ottobre 1537 stipula il contratto per costruire l'organo della chiesa di S. Eufemia in Brescia. Il 20 novembre 1537 si impegna ad ampliare e rinnovare entro la festa di S. Lorenzo del 1538 l'organo della parrocchiale di Manerbio. Nel 1539 risulta costruttore degli organi della chiesa plebanale di Gavardo. Fra i suoi aiutanti è citato nel 1539 un maestro Traddeo qd. Giovanni Maria Testoni di Salicola (Vercelli). Nel 1545, l'organista del duomo di Brescia, Vincenzo Parabosco, lo propone con grandi elogi per la costruzione dell'organo nel duomo di Salò, ma gli viene preferito Giovanni Battista Antegnati; 1542-47: cattedrale di Cremona; 1552: chiesa Abbaziale di S. Benedetto Po (Mantova); 1552: duomo di Genova. A questa data le notizie sulla più che trentennale operosità del Facchetti si interrompono. Purtroppo delle opere eseguite dal Facchetti non rimangono che le casse ed i prospetti di S. Pietro di Modena e del duomo di Genova; a S, Michele in Bosco di Bologna si sono conservate la cassa e parte delle canne del Ripieno e del Flauto in ottava, mente il prospetto, sullo stesso disegno facchettiano, venne rifatto da Giovanni Francesco Traeri nel 1724; la stupenda cassa della cattedrale di Asola è stata occupata da un organo Serassi (1826), con un prospetto ad una sola campata, a tre cuspidi.