COGOZZO: differenze tra le versioni

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Nel 1889 Federico Mylius costruiva lo stabilimento per la filatura continuato poi dal figlio Giorgio Mylius. Nel dicembre 1908 veniva completamente ricostruita e inaugurata l'8 dicembre dello stesso anno. La fabbrica fu poi acquistata dalla ditta Bernocchi oggi ridotta ad un piccolo cotonificio. Inoltre allo sviluppo del paese hanno contribuito le Officine Pietro Roselli, le officine Baiocchi, INOX Rivadossi, PRO-MEC, F.B. Teorema e SAVIL e Moretti ecc.
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Nel 1889 Federico Mylius costruiva lo stabilimento per la filatura continuato poi dal figlio Giorgio Mylius. Nel dicembre 1908 veniva completamente ricostruita e inaugurata l'8 dicembre dello stesso anno. La fabbrica fu poi acquistata dalla ditta Bernocchi oggi ridotta ad un piccolo cotonificio. Inoltre allo sviluppo del paese hanno contribuito le Officine Pietro Roselli, le Officine Baiocchi (fondate negli anni Trenta da Severo Baiocchi), INOX Rivadossi, PRO-MEC, F.B. Teorema e SAVIL e Moretti ecc.
 
   
 
   
 
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Versione attuale delle 10:52, 9 dic 2022

COGOZZO (in dial. Cogòs, in lat. Capitis Acuti)

Si trova a 256 m.s.m. e a 11,8 Km. da Brescia. Frazione la più settentrionale di Villa Carcina e parrocchia foranea di Sarezzo, Zona XV Bassa Valle Trompia. Abitanti: 1400 nel 1958, 1760 nel 1974. Il nome dialettale deriva dalla contrazione di due parole latine ed ha un'origine storica e geografica: co (capo) - göss, acuto. Il territorio dell'antico pago romano di Concesio e quindi della succedanea pieve cristiana, terminava a Cogozzo in una specie di punta, che costituisce il confine a Noboli, col pago e la pieve di Inzino; questa punta di testa verso la Valle Trompia ebbe il nome popolare latino caput acutum, che tradotto in dialetto bresciano divenne co göss, e quindi in italiano Cogozzo.


Nel 1912 nel prato del pozzo venne trovata una Francisca (arma dei Franchi) con taglio a ventaglio. E' probabilmente la stessa località chiamata Cogozaria che il vescovo Olderico con atto di permuta del maggio 1038 cedeva all'abate Giselberto del monastero di S.Eufemia. Poi vi ebbero dominio feudale gli Avogadro. Sul principio del sec. XIII il Comune di Brescia rivendicò le sue proprietà su Cogozzo e soprattutto per la "designatio poteris" sul monte Palosso. La più antica chiesa è il Santuario della "Madonnina di San Lorenzo". Il titolo del santo diacono indica la esistenza in luogo di un antico ospizio per viandanti, come diaconia della pieve di Concesio. Ciò potrebbe essere confermato anche dal culto dell'apostolo San Giacomo (considerato patrono dei viandanti), la cui festa si celebrava ancora agli inizi del sec. XVII e che diede, nel 1616, luogo a una contesa tra il parroco di Villa e il Comune che vantava antichi diritti di proprietà. Il santuario si trovava sull'antichissima strada che metteva in collegamento Brescia con la Valcamonica attraverso il Colle di S.Zeno. Poco distante esiste ancora una santella dei "morcc de la Canonèga", che probabilmente ricorda i pellegrini e viandanti morti nell'ospizio (canonica) e gli appestati ospitati nel santuario trasformato in Lazzaretto.


La chiesa parrocchiale è stata costruita negli anni 1952 - 1956, per iniziativa e su progetto di don Giuseppe Barcelli curato in luogo dal 1946. Venne solennemente benedetta e inaugurata il 16 giugno 1956. L'8 dicembre 1958 fu creata la nuova parrocchia smembrata da quella di Villa e primo parroco fu nominato lo stesso don Barcelli, nativo di Villa Cogozzo. Le linee architettoniche della parrocchiale sono modernamente classiche e si ricollegano alla maestosa semplicità basilicale. L'abside è decorata da un prezioso mosaico di 46 mq. Sul fondo d'oro zecchino si stagliano: il Cristo maestro, il Padre, gruppo di Santi e una aureola d'Angeli. Tanto le figure del mosaico quanto quelle dell'altare laterale dedicato a S.Giuseppe in stile velatamente arcaico, sono del pittore Oscar di Prata: mosaicista è stato Elio Bevilacqua: ambedue bresciani. Nella medesima chiesa, sulla parete della controfacciata, sono stati portati dalla chiesetta curaziale anteriore: una pala (m. 4x2,40), datata 1616, firmata da Girolamo Pilotti, che raffigura la "Madonna nera", il patrono S.Antonio abate, S.Francesco d'Assisi, S.Giovanni Battista, S.Carlo Borromeo, S. Pietro, S. Ambrogio, S.Benedetto: due tele ovali (m. 1 x 1,50) che rappresentano S.Antonio che distribuisce i suoi beni ai poveri e che riceve i messaggeri dell'imperatore Costantino.


Nel 1889 Federico Mylius costruiva lo stabilimento per la filatura continuato poi dal figlio Giorgio Mylius. Nel dicembre 1908 veniva completamente ricostruita e inaugurata l'8 dicembre dello stesso anno. La fabbrica fu poi acquistata dalla ditta Bernocchi oggi ridotta ad un piccolo cotonificio. Inoltre allo sviluppo del paese hanno contribuito le Officine Pietro Roselli, le Officine Baiocchi (fondate negli anni Trenta da Severo Baiocchi), INOX Rivadossi, PRO-MEC, F.B. Teorema e SAVIL e Moretti ecc.