BOMBARDAMENTI

BOMBARDAMENTI

I primi bombardamenti sulla città vengono registrati nel 1311 durante un lungo assedio. Si ripeterono poi sia pure con rara frequenza fino al 1438, durante l'assedio di Nicolò Piccinino per interrompersi per secoli interi. Veramente grave fu il bombardamento operato dagli Austriaci dal Castello durante le Dieci Giornate nel 1849 e del quale si conservano alcuni segni come nel salone Vanvitelliano della Loggia e nel portale di Palazzo Santangelo. Per via d'acqua il bombardamento più grave fu quello che colpì, ad opera di cannoniere austriache, Gargnano il 19 e il 20 luglio 1866. Vennero lesionate sulla piazza del paese una ventina di case compreso il Municipio. Ma i bombardamenti più distruggitori incominciarono nella prima guerra mondiale ed opera di aereoplani. Il primo bombardamento aereo avvenne il 25 agosto 1915 alle ore 6,30, da parte di un apparecchio che lasciò cadere quattro bombe sullo stabilimento Tempini uccidendo cinque operai (Angelo Tettamanti, Angelo Decca, Alceste Simoncelli, Pasquino Rovetta, Giacomo Corini ) e ferendone molti altri. Ai solenni funerali parteciparono 50mila persone. Da quel momento la paura degli aerei dalle grosse croci nere sulle ali divenne quasi un'ossessione e a segnalarne la comparsa venivano sparati due colpi di cannone e suonato il campanone del Pecol. I giornali lamentavano che i bresciani fossero combattuti dalla curiosità più che dal pericolo. Più grave ancora fu l'incursione compiuta il 15 novembre 1915 dalle 8,30 alle 10,30 da un'intera squadriglia nemica che sganciò undici bombe una delle quali caduta davanti alla chiesa di S.Afra uccideva 8 persone e ne feriva una decina. Le altre bombe caddero nell'ortaglia del Seminario S.Cristo, su palazzo Ferrante in via Verdi, in via XX Settembre, ecc. Dopo nuovi allarmi il 14 e il 21 febbraio 1916 una nuova incursione si verificò il 29 giugno 1916 mentre una gran folla si trovava in castello per la festa di S.Pietro. Fu ucciso un servitore di casa Guarneri, mentre in castello i monelli approfittavano del fuggi fuggi per far man bassa di caramelle. Altri aerei austriaci in volo verso la città furono intercettati l'11 maggio 1918, dai caccia e dalla contraerea italiana. Il 16 luglio 1916 un Albatros austriaco gettò bombe su Edolo e Cedegolo e su altre località della Valcamonica. Anche su altri paesi incombette la paura dei bombardamenti. Ma in provincia il fatto più grave fu quello di Desenzano. Il 21 febbraio 1916 un Tauben e due Aviatik austriaci sganciarono bombe sulla stazione e sul ricreatorio. Si erano appena allontanati quando un aereo tornò su Desenzano e sganciò una bomba su piazza Umberto dove vi furono tre morti e una decina di feriti. In piazza Umberto I, di fronte ai Portici sul pilastro leso dalle schegge delle bombe fu posta la seguente lapide: Colpiti da schegge di bomba/ qui da velivolo scagliata/ inermi caddero/ vittime della spietata ira nemica/ Memini Angelo/ Morandi Pietro / Righetti Enrico/ 21 febbraio 1916. I più tremendi bombardamenti che colpirono Brescia e provincia si verificarono nella II Guerra mondiale. Dopo alcuni preavvisi dal febbraio 1944 anche la città fu colpita da gravissime incursioni aeree fra cui le più gravi: 1944 - 14 febbraio: bombe sparse sulla città. 13 luglio (giovedì 1 ore 2 e ore 11: gravissimo bombardamento. Vengono colpiti: la Biblioteca Queriniana con lo sgretolamento di quattro sale e la distruzione quasi totale di quarantamila volumi: Duomo nuovo: colpita e in fiamme la cupola del Cagnola con gravi danni; Broletto: colpite l'ala orientale verso piazza Martiri di Belfiore e l'ala settentrionale verso via Musei con distruzione di una sala affrescata da Lattanzio Gambara con visioni dell'Apocalisse; Chiesetta di S.Marco: distruzione per risucchio della volta settecentesca; palazzo Martinengo Palatini, colpita l'ala sud della facciata, con il salone Apollo; ex convento dei Serviti accanto alla chiesa di S.Alessandro: sventramento di un'ala del chiostro cinquecentesco. 24 febbraio (sabato): gravissimo bombardamento. Vengono colpiti: Palazzo Averoldi: forti lesioni agli affreschi neoclassici del Manfredini, sbrecciate colonne e cornici, crollo di due sale; palazzo Fè d'Ostiani di fronte a S.Nazaro: crollo del muro meridionale, asportamento di colonne, lesionamenti al grande scalone di sinistra; palazzo Luoni: sbrecciata la cornice, buchi e schegge; case di corso Palestro costruite nel cinquecento dall'architetto Beretta; Vantiniano: sbrecciature al peristilio del faro, sconvolti i campi santi, sgretolamento di colombari. 1945 - 2 marzo (venerdì) ore 12: terribile bombardamento. Vengono colpite: la chiesa dei Miracoli; distrutte parte dell'abside, della navata di sinistra, le volte, le cupole, con stucchi, decorazioni, ecc.; chiesa di S.Afra: quasi del tutto distrutta, con le bellissime decorazioni, gli altari, ecc. Vi morì l'arciprete don Giuberti con altre persone; chiesa di S. Francesco: colpita la cella campanaria del duecento e parte del chiostrino adiacente alla chiesa, e colpita la volta della cappella di fondo con stucchi del seicento; palazzo Calzaveglia: distrutta la facciata attribuita al Zurlengo; palazzo Salvadego, distrutto quasi completamente; palazzo Martinengo Villagana lesionato; palazzo Fenaroli in contrada S.Croce: lesionato; palazzo Togni: lesionato. 10 marzo (sabato) ore 16: bombardamento leggero. 11 marzo (domenica, ore 17): leggero. 3 aprile (martedì): leggero. Viene colpito anche l'arsenale di Gardone V.T. 4-5 aprile (giovedì) notte: leggero. 5 aprile (giovedì) ore 12,15: terribile. Colpite particolarmente la zona della stazione ferroviaria e quella industriale. In complesso in città vennero distrutte 5.172 case, distrutte parzialmente 68.000,lievemente danneggiate 23.206 per una percentuale del 35 per cento. Più tragico e irreparabile fu il bilancio delle vittime: se ne ebbero 72 il 2 marzo 1944, 168 (e 286 feriti) il 13 luglio 1944. Colpiti gravemente furono anche parecchi centri della provincia, specie lungo le linee ferroviarie Palazzolo, Rovato, Rezzato, Ponte S.Marco, ecc. I fatti più impressionanti furono quelli di Bagnolo (23 dicembre 1944) dove rimasero uccise dieci persone e di Gavardo (29 gennaio 1945) nel quale perirono ben 52 persone fra cui quattro sacerdoti e cioè l'arciprete don Emilio , don Bruno Guerra, don Celestino Panizza, mons. Rinaldo Giuliani. Piccole bombe contrappuntate da mitragliamento seminarono ovunque apparecchi tattici americani e inglesi, chiamati per una non lieta ma frequente familiarità, con il nome di Pippo.