ADAMELLO

ADAMELLO

E' la vetta più alta del bresciano, perché raggiunge i m. 3.554. Si erge al margine di un bacino cinto da un corteo di cime superiori ai 3.200 m. Sotto il nome di Adamello si comprende un intero massiccio alpino, costituito da un possente nucleo di tonalite (una roccia intrusiva della famiglia dei dioriti, composta di mica, quarzo e anfibolo), dalla struttura a ripiani, caratterizzato da alcuni risplendenti acrocori sommitali che danno origine alla maggior parte dei bacini e valli, alimentatori di grandi ghiacciai (Pisgana, Mandrone, Lobbia, Làres). Il gruppo e limitato da tre valichi: Tonale, Presena, Croce Domini, compreso fra le valli Camonica, Genova, Rendena e Caffaro e presenta aspetti tra i più vari per l'imponenza del paesaggio, l'estensione de ghiacciai, il numero dei laghetti, delle cascate e per l'attrattiva delle valli che l'intersecano. Il nome deriva, secondo G.Laeng, dall'etimo greco adàmas, diamante, cristallo, ghiaccio, mentre altri lo fanno derivare dalla sottostante Val Adamè, il cui nome è di origine incerta. Alcuni infatti lo fanno derivare dal personale Adamo, altri da un nome collettivo di pianta ignota o di particolarità locali non precisate. E' costituito da tonalite, che fornisce granito con roccia plutonica, da arenarie del Permiano e Servino, da scisti, ecc. La cima si trova inserita per la prima volta, sia pure imperfettamente, nel 1771, nella carta dell'Anich-Huber, cui seguì quella napoleonica del 1797, curata dal Bacler d'Albe e poi in quella del Lombardo-Veneto e in tutte le altre. Nel 1824 la cima entra nella letteratura alpinistica attraverso una pubblicazione di von Welden. Più vivo è naturalmente l'interesse dei cartografi militari e poi dei geologi. I primi visitatori forestieri compaiono dopo la metà dell'Ottocento. Nel 1851 è il Trinker, nel 1855 il Ragazzoni, nel 1854 i tipografi militari austriaci, nel 1861 è l'ispettore forestale di Rovereto, Sceda. Ma l'esplorazione più ardita e la prima scalata dell'Adamello sono di Julius von Payer (v.) che il 15 settembre 1864 saliva per la prima volta la cima. Al Payer seguono altri come il Tuckett, il Freshfield, il Fox, ecc, e la signora Watson, inglese. Per il Freshfield la vista dalla vetta fu "la più bella ch'egli avesse goduto sulle Alpi". Dal 1866 l'Adamello, divenuto zona di confine fra l'Italia e l'Austria, assunse sempre più importanza sotto l'aspetto militare, mentre si moltiplicarono le ascensioni alpinistiche, fra cui quella del naturalista, allora quattordicenne, Lodovico Brehn (1871), della S.A.T. di Trento e poi quelle dei primi alpini (fondati nel 1872), soprattutto della 13^ compagnia di stanza a Edolo, guidata dal cap. G.B.Adami, cartografo militare, (12 agosto 1874, ecc.). Nel 1881 la Sezione del C.A.I. di Brescia edificava, alla testa della Val Salarno, il primo rifugio, inaugurato nel 1883, cui seguirono il rifugio Garibaldi nel 1908, e il Baitone nel 1911. Dal 1880 in poi le ascensioni si moltiplicano, mentre si organizzano a Pontedilegno le prime guide, fra le quali si notano Giuseppe Mondini e Giovanni Cresseri, che vanno a gara con quelle di Pinzolo. Fra i primi a far conoscere la zona è Paolo Prudenzini da Breno, mentre alla "Guida alpina della provincia di Brescia", del 1882, si aggiungono la "Guida dell'alta Valcamonica" di Alessandro Gnecchi (1968) e gli studi di Carlo Schulz di Lipsia, di Gualtiero Laeng e di Hans Barth. Contemporaneamente si moltiplicano le imprese alpinistiche vere e proprie, come la scalata di Cima Vermiglio da parte di Winkelmann e Kerer, dello spigolo nord dell'Adamello da parte di Marani e Prina (8 settembre 1898); della parete nord da parte di Arici, Croux, Brocherel e dei fratelli Cresseri; la scalata del Corno Triangolo da parte di Giannantonj, Laeng, Tonelli, Palazzoli e della guida Gozzi di Valsaviore. Nella prima guerra mondiale la zona divenne uno dei più elevati campi di battaglia. Tra alte cime e piani di neve, dove si credeva fosse impossibile vivere, vennero create postazioni di artiglieria, tracciati sentieri, sistemate teleferiche, aperte fortificazioni che permisero schieramenti di artiglierie, di mitragliatrici e di fucilerie, mentre squadre di sciatori e pattuglie di alpini e di "alpenjaeger" si affrontavano con imprese audaci ed impensabili.


Scontri principali: 12 aprile-14 maggio 1916, gli alpini conquistano due linee di vette e passi e si affacciano alla Val di Genova; - 15 giugno 1917, gli alpini conquistano, con una difficile impresa, il Corno di Cavento; - 25-26 maggio 1918, gli alpini conquistano cima Presena e i Monticelli; - 13 giugno 1918, due divisioni austro-ungariche attaccano il passo del Tonale, ma vengono respinte con gravi perdite; - 15 giugno 1918, gli austro-ungarici riprendono il Corno di Cavento; - 13 agosto 1918, gli alpini riconquistano il Corno di Cavento. Simbolo degli sforzi compiuti dagli alpini nella prima guerra mondiale, rimane il cannone 149, trasportato da Temù al Passo del Venerocolo (3100) dal 9 febbraio al 27 aprile 1916.